Titolo originale: Partner
Genere: Sentimentale, Horror
Autore: Miho Obana
Disegnatore: Miho Obana
Casa editrice: DynIt
Serie in prosecuzione/conclusa: Conclusa
Anno produzione: 1999
Edizione: 11.5x17.5, b/n, 192 pag
Sovracoperta: Si
trama:Partner è fondamentalmente la storia di due coppie di gemelli, due ragazzi e due ragazze, che verranno trascinati lontano dalla loro tranquilla vita scolastica per essere buttati in situazioni letteralmente fuori dalla normalità.
Protagoniste indiscusse della storia sono due gemelle monozigote, Nae e Moe Osawa. Nae è una ragazza sportiva, che pratica tra le altre cose anche il kendo, è abile in quasi tutti i lavori, sia manuali che casalinghi e, almeno a uno sguardo superficiale, è parecchio aggressiva e spesso manchevole di femminilità, cosa peraltro sottolineata dal taglio di capelli, molto "sportivo" che porta. Moe è invece l'esatto opposto, ha capelli lunghi e ben curati e da l'impressione di essere molto femminile e sensibile (peraltro il nome "moe" vuol dire approssimativamente "graziosa", "dolce"), ma totalmente negata per qualsiasi genere di attività che richieda un minimo di abilità, che sia lo sport, la cucina o altro.
I primi giorni di scuola superiore, Nae e Moe fanno la conoscenza di altri due gemelli, Takeshi e Ken Soeda, molto diversi uno dall'altro, caratterialmente ma anche fisicamente, in quanto eterozigoti.
Ken è un ragazzo serio e studioso, il "bravo ragazzo" dei due, capace sempre di ponderare attentamente e a lungo tutte le scelte prima di metterle in pratica, mentre Takeshi è spensierato e irruento, portato per lo sport e, a differenza del fratello, decisamente incapace di pensare troppo su una qualche questione, ma più abituato ad agire "di getto", come più gli appare adeguato al momento.
Dopo qualche mese di conoscenza, accade che tra Ken e Moe scocchi una scintilla, e i due finiscano per legarsi sentimentalmente; ciò non darebbe problemi, se non fosse che, secondo il più classico scenario da commedia scolastica, anche Nae sia invaghita di Ken, ma per non danneggiare la sorella, accusa il colpo senza protestare.
A pendere dalle labbra di Nae è invece Takeshi, il gemello meno acclamato dei due, il quale però colleziona una sempre più lunga lista di cortesi e gelidi rifiuti ai propri timidi tentativi d'approccio.
A seguito dell'inizio della relazione tra Ken e Moe, sono però i rapporti tra Moe e Nae a raffreddarsi fino a quando, durante una lite, Nae rinfaccia alla sorella tutte le cose che ha dovuto lasciarle fin da quando erano piccole per via del suo essere graziosa, insicura e imbranata. Da quel momento i rapporti tra le due gemelle si troncano quasi di netto.
Passa il tempo, e le cose sembrano pian piano cominciare ad aggiustarsi e forse anche a marciare nella direzione giusta per Nae, sia nei confronti della sorella che in quelli di Takeshi, il quale continua a corteggiarla ciecamente; tutto sta lentamente rientrando nei binari della normalità quando un imprevisto distrugge la vita dei quattro ragazzi: Moe è vittima di un incidente stradale e perde così la vita, facendo cadere nella più cupa depressione sia Nae che Ken.
In aggiunta a tutto questo, il cadavere di Moe scompare dalla camera dell'ospedale in cui avrebbe dovuto trovarsi.
Passa ancora altro tempo, e alcuni mesi più tardi, i tre ragazzi si trovano in una cittadina costiera per una gita di "rilassamento", organizzata da Takeshi allo scopo di distrarre gli altri due dai cupi pensieri che l'ombra di Moe si trascina ancora dietro; l'idea sembra quasi funzionare quando all'improvviso intravedono in lontananza una ragazza identica a Moe, che sale su un'auto, la quale schizza immediatamente via.
Gettatisi all'inseguimento dell'automobile, i tre si ritroveranno alla fine intrappolati in un singolare stabilimento scientifico, dove attraverso oscure tecniche scientifiche e mediche, si producono "esseri umani" dai cadaveri rubati negli ospedali, letteralmente sbalzati in un'avventura ai limiti della realtà, dove morire non costituisce necessariamente la fine della corsa e nella quale si troveranno a dover lottare, sia metaforicamente che fisicamente, non solo per la vita, ma anche per la semplice libertà.