Mi chiedo sei sei tu,la volta che non sbaglio più.., ~Io sto con te,con il cuore sto con te~

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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 2/7/2012, 19:13 by: °°°Pazza@Fra°°°




CITAZIONE

Capitolo quinto.
Confessare

..Quattro mesi dopo..



Dicembre 2012

“Professore,posso andare in bagno?” Domandai al mio prof. di Storia.
“Certo Hayama,ma torna presto.” Mi concesse lui.

Mi alzai e mi diressi verso la porta. Uscii. Mi incamminai verso il bagno dei maschi,alla fine del corridoio. Avevo proprio bisogno di uscire da quella stanza e di prendere un po’ d’aria fresca; mi sentivo soffocare là dentro. Entrai in bagno, vuoto come al solito. Mi sciacquai la faccia con dell’acqua tiepida,poi cominciai ad osservare Los Angeles innevata da una piccola finestra del bagno. Era uno spettacolo mozzafiato. Mi trovavo al terzo piano dell’edificio, quindi ero abbastanza in alto per esaminare tutto. Le strade erano insolitamente trafficate per essere le 11.26.
~In genere, a quest’ora, non c’è mai quasi nessuno in giro. ~

L’asfalto era innevato, così come i tetti delle case e degli edifici. Nevicava, ma il cielo non era cupo; anzi, era di un azzurro estivo. Quell’azzurro mi ricordava gli occhi di Kamura, così chiari e limpidi. Una donna con un bambino in braccio attraversavano la strada. Degli operai stavano cominciando ad appendere le decorazioni natalizie e tutte le vetrine dei negozi, iniziavano a riempirsi di luci.

~E’ così bello il Natale qui~ Pensai ad alta voce.

La città era piena di cartelloni giganti che pubblicizzavano il nuovo film di Kamura.. e il suo. Così, da un po’ di tempo a questa parte, mi ritrovai a vedere la sua faccia ovunque mi girassi. Quella faccia così bella e candida. Sembrava che fosse anche un po’ cambiata. Cresciuta. Non la vedevo da un anno e mezzo ormai ed era nel periodo dell’adolescenza quindi era ovvio che fosse cambiata. C’era un gran fervore per questo nuovo film. Visti i successi de “La villa sull’acqua” tutti aspettavo con ansia la nuova pellicola che vedeva Kamura e Kurata insieme.
Mi ricordai che ero a scuola e quindi tornai in classe. Durante la pausa pranzo,mi sedetti al solito tavolo con Shay, Emma e gli altri. Ormai passavo tutto il tempo con loro, quando non ero a fisioterapia. Era strano perché dopo tutto il tempo passato insieme, nessuno si era mai azzardato a chiedermi la causa di quelle quattro sedute settimanali. Non sapevo il perché e non me ne importava. Sapevano che avevo problemi alla mano destra, ma ignoravano cosa mi avevo portato a non averne più la piena funzione.

“Ragazzi, stasera c’è la prima del film di Kamura. Andiamo a vederlo? Vi prego!” Ci domandò Nicole.
“No.” Rispose acido Nate.
“Che ti prende?” Lo sollecitò la sua ragazza.
“Mi prende che quel tizio mi sta antipatico.” Replicò il biondino.
“Ma io voglio vederlo!” Disse Emma.
“Ci vai senza di me.” Continuò lui.
“E’ il film in cui recita anche Sana.” Lo incalzò Emma, ricordandosi di quanto lei piacesse al suo ragazzo.
“Ok, allora vengo, ma lo faccio solo per vedere Sana. Josh vieni, no? Anche tu Aki, vero? Non vorrete abbandonarmi a queste tre pazze.” Ci domandò il nostro amico.
“Non posso, ho fisioterapia oggi.” Risposi.
“A che ora?” Mi chiese Shay.
Era insolitamente taciturna in questo periodo.
“Dalle quattro alle sei.”
“Perfetto! Allora andiamo a vedere lo spettacolo delle otto!” Si entusiasmò Emma.
Io non ero molto felice,ma acconsentii.

Non era giusto. Non la vedevo da un sacco di tempo e non era giusto rivederla per la prima volta solo tramite un film, ma non avevo altra scelta: se non ci fossi andato, non sarebbe andato a vederlo nessuno.

Alle sette e mezza ci incontrammo tutti davanti al cinema, pagammo i biglietti ed entrammo. Le ragazze, apparte Shay, erano entusiaste. Io e Josh andammo a prendere i pop corn per tutti e mentre facevamo la fila, lui cominciò ad attaccare bottone con le ragazze in fila come noi.
Era un don Giovanni, ci sapeva fare molto bene e sebbene non fosse bellissimo, riscuoteva molto successo. Era simpatico, allegro e spavaldo; non aveva vergogna di niente, pregio che gli invidiavo parecchio. Lui era sempre molto aperto con tutti, faceva amicizia in poco tempo e in poco tempo la gente gli voleva bene. Era alto quanto me, un 1.75 circa, ma praticava pallanuoto con la squadra della scuola e quindi era molto più muscoloso di me e di qualsiasi altro ragazzo del secondo anno. Aveva dei capelli color pece e degli occhi che cambiavano colore in base al tempo. D’estate,o comunque nelle giornate serene, li aveva verdi-azzurri; d’inverno si scurivano e diventavano di un verde quasi marrone. In primavera diventavano verde chiaro, come se si preparassero per l’ulteriore schiaritura estiva e in autunno, al contrario, li aveva verde scuro per prepararsi a diventare quasi castani. La carnagione era scura e questo gli risaltava il chiarore degli occhi. La bocca era molto carnosa. Dall’aspetto sembra quasi straniero, il che in parte è vero perché suo padre è brasiliano.
Mi accorsi solo in quel momento che due dei miei amici non erano americani “puri”. Sia Shay che Josh avevano un genitore americano e l’altro straniero.
Lasciate le ragazze e presi i pop corn entrammo in sala, dove già era cominciata la pubblicità dei film in prossima uscita.
Quando il film iniziò, le luci si spensero e il mormorio della gente si fece sempre più lieve fino a tramutarsi in silenzio. La prima scena riprendeva due bambini in spiaggia che giocavano. Entrambi erano molto simili ai protagonisti principali. Poi,dieci anni più tardi, i bambini erano diventati adolescenti e sempre insieme, in quella stessa spiaggia,giocavano a fare i tuffi.
Questa volta, i protagonisti della scena, erano loro due. I miei “amici”, che amici non erano. Per quanto riguarda lui, dire che eravamo “amici” era troppo; per quanto riguarda lei, era troppo poco.
Il film proseguì; la voce narrante era quella di Naozumi, era lui il protagonista principale. Raccontava che lui e la sua amica, Akiko, avevano trascorso tutta la vita insieme. Si volevano un gran bene. Una volta arrivati alle superiori, i due intrapresero strade differenti,ma continuarono ad essere amici; fin quando lui, si rese conto di provare più di un semplice bene per la ragazza. Lei però, non ricambiava. I ragazzi affrontarono numerosi problemi, periodi di lontananza in cui lei credeva che fosse meglio stare lontani,almeno fin quando lui avrebbe smesso di volerle “più che bene”. Alla fine, Akiko e Shinichi, tornarono ad essere amici, solo amici.
Era la tipica commedia. Mi sorprendeva come lei abbia potuto accettare una parte del genere, così poco originale. Poi pensai che il film era un “inno” alla vera amicizia e quindi non mi fu difficile capire perché aveva accettato.
Dopotutto, era stata davvero brava. Era migliorata parecchio, anche se sentirla doppiata in inglese mi faceva ridere.
Dopo due ore di interminabile agonia,nel vederla e non poterla toccare, il film finì. Tutti applaudirono e poi lasciarono la sala.
Una volta fuori dal cinema, partirono i commenti delle ragazze.

“Naozumi è stato grandioso” Disse Nicole.
“Sana è migliorata parecchio dall’ultima volta che l’ho vista recitare.” Affermò Emma.
“Non solo sulla parte recitativa.” Disse malizioso Nate guardando verso me e Josh, che camminavamo al suo fianco.
Entrambi cominciammo a ridere.
Emma gli diede uno scalpellato in testa.
Shay era in silenzio.
“A te è piaciuto, Shay?” La interrogai.
“Si abbastanza.” Mi disse lei, dopo aver abbandonato i suoi pensieri.

Non capivo che avesse, fino a qualche settimana fa era tutto apposto. Cosa può esserle successo di così grave da toglierle il sorriso?

“Come vorrei conoscere entrambi! Sono così belli insieme, mi piacerebbe tantissimo vedere Sana e Nao di persona, scambiarci quattro chiacchiere.”
Nate rise.
“Metti il cuore in pace Nicole, nessuno di noi li conosce e nessuno li conoscerà mai.” Gli disse realista.
Io,però, mi lasciai sfuggire un piccolo ghigno di cui nessuno si accorse. Avrei voluto dirgli “parla per te”, ma non potevo. Non potevo lanciare una notizia bomba in quel modo. Non in quel momento.

“Sapete che ha scelto Sana il nome del suo personaggio? Ho letto su una rivista una sua intervista. Diceva che ha scelto il nome Akiko perché le ricordava molto il nome di una persona per lei molto importante.”
A quelle parole, arrestai il passo.
Nate mi guardò e mi fece cenno di muovermi. Ripresi a camminare, seppur paralizzato da quello che avevo appena sentito.
“Nate, mi vai a prendere un gelato?” Chiese Emma al suo ragazzo.
“D’accordo. Il solito?”
“Si certo, grazie mille.”
“Lo voglio anch’io” Dissero in sincrono le ragazze e Josh.
“Aki fammi compagnia, Josh rimani con le ragazze.” Ordinò Nate.
Li lasciammo lì, seduti su una panchina, ad aspettare che noi ritornassimo con i loro gelati.
Ancora stordito, andammo nel camioncino dei gelati.

“Come è andata a fisioterapia?” Mi domandò il mio amico.
“Bene, riesco a muovere tutte le dita, più o meno” Gli risposi.
“Mi vuoi dire perché sei ridotto così?” Mi domandò.
“Mi sono ferito.”
“E fino a là ci ero arrivato anche da solo.” Disse ridendo.
“E’ una lunga storia.”
“Riassumila.”
“Un mio amico.. stava passando un brutto periodo, voleva farla finita. Provava un sentimento che anche io, in passato avevo provato.”

Lui stava li, in silenzio, ad ascoltare il mio racconto. Decisi di omettere la parte che riguardava me.

“Aveva con se un coltello, ce l’aveva con me e voleva che morissimo insieme, disse che solo così poteva perdonare quello che gli avevo fatto.. Gli dissi che non mi sarei mai suicidato.”
“Bhè, è ovvio. Non sei così stupito, ci tieni alla tua vita.”
Ignorava il vero motivo per cui io non volessi farlo.
“E che se voleva, doveva esser lui a farmi fuori. Prese il coltello e incosciente mi colpì al braccio. Eravamo in un bosco, quindi ci mettemmo più di due ore per tornare a Tokio.. Alla stazione caddi a terra, svenuto. Avevo perso troppo sangue. Mi portarono subito in ospedale dove fui ricoverato. Sono stato in coma, poi ripresi i sensi. I medici mi visitarono e dissero che le lesioni erano troppo gravi e che avrei perso l’uso della mano destra. Successivamente a mio padre fu offerto un lavoro qui e scoprì che qui c’era la miglior clinica di riabilitazione di tutta l’America. Partimmo in poco tempo. Ed eccomi qui.”
“Wow Akito, quante cose non so di te! Non hai mai parlato di cosa ti sei lasciato alle spalle venendo qui.. Se un giorno ti venisse voglia di sfogarti, vieni da me, a qualsiasi ora del giorno e della notte.”

Nate era la persona con la quale avevo legato di più dopo Shay. Era molto simile a me, in più aveva solo uno spiccato senso dell’umorismo.
~A lei sarebbe piaciuto.~
Era il tipico americano, con il tipico aspetto da americano. Capelli biondissimi, occhi color del cielo, carnagione chiara, alto quanto me,se non più di me.. Viveva in una tipica villetta americana con i suoi genitori, le sue due sorelle e suo fratello. Andava bene a scuola, faceva parte della squadra di football, la sua ragazza era una delle più belle e popolari di tutta la scuola, una di quelle che tutti avrebbero voluto. Il tipico belloccio popolare che si vedono nei telefilm americani. L’accoppiata giocatore di football- cheerleader è davvero di moda nei licei, non è un’invenzione dei telefilm. Diversamente dai telefilm, però, Nate non era antipatico, vanitoso o pieno di sé. Era un ragazzo a modo, semplice e tranquillo a cui piacevano le piccole cose, stare con i suoi amici, giocare a football, passare del tempo con la sua famiglia e con la sua ragazza. Aveva dei sani valori ed era ambizioso. Sapeva ciò che voleva fare in futuro: vincere la borsa di studio per lo sport, andare ad Harvard, uno dei college migliori di tutti gli Stati Uniti, studiare medicina, laurearsi e avere una famiglia, con Emma possibilmente. Lo ammiravo per la determinazione che aveva.

“Posso farti una domanda?”
“Certo” Gli risposi.
“Ho notato, ma forse è solo impressione mia, che ogni volta che si nomina Sana o Naozumi ti stranisci. Quando passeggiamo e sulle rivista c’è il volto di Sana, ti giri dall’altra parte. Quando la città è stata tappezzata di manifesti pubblicitari, quasi non uscivi di casa. Quando abbiamo visto lo speciale del film, quella sera al Tsujita, eri paralizzato.. e, prima, quando Nicole ha detto che ha scelto Sana il nome del suo personaggio nello sceneggiato e che il nome che aveva scelto le ricordava molto il nome di una persona molto importante per lei, ti sei fermato. Akiko è molto simile ad Akito, si sbagliano solo per una lettera. Magari sono solo coincidenze.. ma, mi chiedeveo, se tu..”

Non lo feci finire.

“Si.” Risposi secco, guardando in basso, i capelli mi nascondevano gli occhi.
“Si.. cosa?” Mi domandò lui,preso in contropiede.

Ebbi un attimo di esitazione.

“Alla domanda che stavi per farmi. Io.. Io conosco Sana.” Sputai tutto d’un fiato.

Grazie per tutti i commenti, davvero grazie di cuore :) spero che il continuo vi piaccia :)

Edited by °°°Pazza@Fra°°° - 10/7/2012, 13:16
 
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