Mi chiedo sei sei tu,la volta che non sbaglio più.., ~Io sto con te,con il cuore sto con te~

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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 14/6/2012, 11:09




Titolo FF: Mi chiedo se sei tu,la volta in cui non sbaglio più..
Autrice: Francesca :D
Breve trama: La storia parte dal momento in cui,nel manga, Sana e Akito decidono di allontanarsi; diversamente dal manga, però, ad essere raccontata sarà la vita di Akito nei tre anni lontano dal Giappone e poi continuerà con la mia visione di Sana e Akito nel loro futuro :wub:
Note dell'autrice: Ho aumentato l'età dei personaggi. Secondo me è surreale che dei ragazzi di 11 anni vivano tutto ciò che vivono Sana e Akito,di conseguenza quando Akito parte,si ritrova al primo anno di liceo,mentre nel manga è quando torna dopo tre anni che affronta il primo anno di liceo..
CITAZIONE

...E così,la ragazza S e il ragazzo A,decisero di allontanarsi...
Un anno dopo

Capitolo Primo
Solo


"Papà sono a casa!" Urlai a gran voce appena varcai la soglia.
'Casa', non che questa possa essere definita tale. E' un appartamento nella periferia di L.A. con un solo bagno,due camere da letto(E si,io e Natsumi dobbiamo dividerne una) e una cucina nella quale ci entra solo un tavolino,il frigorifero e la cucina a gas. Direi che questa 'casa' possa andare bene per una persona sola,non per tre; anche se dovremo vivere qui per altri due anni, vorrei una casa un pò più confortevole,ma questo è il massimo che possiamo permetterci quindi va bene così.
I miei pensieri vennero interrotti da Natsumi che mi urlava di prepararmi per la cena.
"Non aspettiamo papà?" Le chiesi.
"No,stasera farà tardi quindi ci ha dato il permesso di mangiare prima" Mi rispose prontamente.
"Ah ok,mi lavo le mani e vengo"
Entrai in camera,posai la cartella,feci per uscire,ma la mia attenzione venne catturata da un piccolo dinosauro posto sulla scrivania.Il dinosauro. QUEL dinosauro con QUELLA sciarpa.
"Stamattina non era li,Natsumi dovrà averlo spostato" Pensai.
Restai a fissarlo per almeno altri dieci secondi,poi decisi che era meglio uscire e spensi la luce.
Dopo aver lavato le mani,andai in cucina e mi sedetti a tavola insieme a mia sorella.
"Come è andata oggi a scuola?" Mi chiese,come faceva tutte le sere.
"Il solito" Risposi come rispondevo tutte le sere.
"Hai incontrato qualcuno? Hai fatto amicizia con qualcuno?" Insistè.
"No Natsumi,'il solito' significa 'il solito'. Vado a scuola,segue le lezioni,alle 4 esco e vado a fare fisioterapia. Appena finito,mi incammino verso casa ed eccomi qui. Non ho nè il tempo nè la voglia di farmi degli amici qui." Risposi secco.
"Potrebbero aiutarti a passare il tempo però. Akito, da quando siamo arrivati non hai parlato con nessuno,non hai socializzato con nessuno. Sei solo e non ti fa bene stare sempre da solo"
"Con qualcuno ho socializzato." Risposi,infastidito dalla solita ramanzina.
"E con chi sentiamo?" Mi rispose lei,sempre più nervosa.
"Col mio fisioterapista. E' un tipo simpatico,sai? Dovresti conoscerlo" La buttai sul ridere,la chiacchierata si stava trasformando in una lite.
Lei scoppiò a ridere e questo mi rallegrò.
Da quando siamo qui non la vedo ridere spesso.
"E tu? Che hai fatto oggi?" La incalzai.
"Il solito" Rispose lei a mo di presa in giro.
Poi silenzio. L'unico rumore che risuonava in quella piccola e squallida stanza era quello delle forchette,che cominciavamo ad usare bene, che strisciavano sul piatto.
Poi quella domanda. Quella che sempre cerco di evitare. Quella che mi fa così raramente. Quell'unica domanda che riapre tutte le ferite,che pian piano cerco di risanare.
"L'hai sentita oggi?"
"No."
Le lanciai un'occhiataccia e tacque.
Da quando sono qui, ci sentiamo sempre meno. All'inizio la chiamavo,mi chiamava,le scrivevo,mi scriveva quasi quotidianamente per sapere tutte le novità su come procedeva la sua estate,come procedeva la mia,sul suo lavoro,sulla mia operazione.
Poi iniziò la scuola,e noi cominciammo a sentirci e scriverci sempre meno. Fin quando,a quasi un anno dalla mia partenza,ci ritroviamo a sentirci circa una volta al mese. So che lei è impegnatissima con il nuovo sceneggiato,io devo ancora ambientarmi qui,in questa enorme metropoli e credo sia normale non parlare più di tanto. Mi manca profondamente. Come il primo giorno. Come la prima settimana. Come il primo mese. Mi manca e vorrei solo riabbracciarla e tenerla stretta a me,per sempre.
Vengo riportato alla realtà dal rumore dll'acqua che scorre, Natsumi sta lavando i piatti.
"Vado in camera,chiamo Tsuyoshy"
Lui non lo sento da quell'ultima volta.Tre settimane fa.
*Flashback*
"Pronto? Akito! Come stai?"
"Piuttosto bene! Tu?"
"Bene,ma mi manchi! Quando ci vieni a trovare?"
"Perché non vieni tu?"
"Akito lo sai che non possiamo. Come va la mano? Sana mi ha.."
"Non pronunciare il suo nome."
"Cosa?"
"Non pronunciare il suo nome."
"Ma.. Akito.."
"La mano va sempre meglio,riesco a scrivere qualcosina sai? E riesco a muovere appena appena l'indice e il police.. Sulle altre dita ci sto ancora lavorando"
"Ah.. Sono contento! Anche qui va tutto bene! Takaishi,si è iscritto alla nostra scuola,è in classe con Fuka e Sa.."
"Non pronunciare quel nome!"
"Akito,ma qual'è il tuo problema se dico Sana? Sana,Sana,Sana! Non c'è nulla di male vedi?"
"Non capisci nulla Tsuyoshy!"
Riattaccai.
*Fine Flashback*
Fui molto aggressivo nei suoi confronti.Ora lo chiamo per scusarmi. Composi il numero. Squillò tre volte. Nessuna risposta. Riattaccai. Ho cose più importanti da fare che chiamare Tsuoy.
Cercai di convincermi che fosse così,senza risultati. In realtà non volevo parlare con lui,nè con nessun altro fosse più vicino a lei di quanto lo sia io.

Spero vi piaccia e spero commenterete in tanti! Ditemi qualsiasi cosa,anche che fa schifo.. Sono pronta a tutto,e soprattutto le cattiverie fanno migliorare :D Kiss Kiss :^:^:

Edited by °°°Pazza@Fra°°° - 18/6/2012, 13:50
 
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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 15/6/2012, 11:09




Secondo capitolo :D
CITAZIONE

Capitolo secondo
Ricominciare?


"Io esco" Dissi,seppur consapevole che in casa non ci fosse nessuno.
Natsumi è uscita presto stamane e papà pure. Mi chiesi che dovessero fare di tanto importante e urgente da uscire alle 6 del mattino.

~Stamattina l'aria è calda,umida,il cielo limpido. Si sente proprio che sta arrivando l'estate. La scuola è piuttosto lontana da casa,quindi sono costretto ad uscire alle 6:45 per arrivare in tempo a prendere la metro che mi porterà dritto dritto in quell'enorme edificio dove, ormai da un anno,passo buona parte delle mie giornate.~ Pensai

Una volta varcata la soglia, venni travolto da una massa di ragazzi di tutte le età che correvano a destra e sinistra per dirigersi verso la classe d'appartenenza.
~Le scuole americane sono così diverse da quelle giapponesi. Qui,non è il professore a dover cambiare classe alla fine dell'ora, ma lo studente. Gli alunni non vengono smistati in varie classi, ma ognuno sceglie le materie da seguire e gli studenti sono accumunati in base all'età. Io faccio il primo anno e la mia classe,tutta,è composta da circa 200 persone.~
Potendo scegliere quali materie seguire, ho eliminato le lingue straniere come Italiano,Spagnolo o Francese mentre ho deciso di seguire un corso su geografia astronomica.~ Mi piace molto, credo che proseguirò gli studi anche quando tornerò in Giappone.~ A prima ora,quel giorno,avevo proprio geografia astronomica e mi incamminai verso la classe del professor Rosson, l'aula 31. I corridoi erano molto lunghi e mi ci volle un pò per abituarmici.

Proprio mentre stavo entrando in classe, una ragazza mi venne addosso come una furia,facendomi cadere tutti i libri. Non si intrattenne neanche per aiutarmi dal danno che lei aveva procurato,ma,svelta,entrò in classe e scomparì; Così,fui costretto a raccogliere i miei libri da solo e subito dopo entrai in classe. Mi diressi al mio solito banco,l'ultimo,che però era occupato dalla ragazza di prima.
"E' il mio posto." Dissi,con tono freddo e distaccato.
"C'è il tuo nome sulla sedia?" Rispose in modo provocatorio.
Le presi il pennarello che teneva in mano e scrissi qualcosa sul retro della sedia. Glielo feci notare.
"Akito Hayama" Lesse ad alta voce. "E' il tuo nome?" Mi sussurrò poi.
"Si." Risposi.
Lei si alzò e mi fece sedere, guardandomi con un sorrisetto sobillatorio stampato in faccia.
~Ora che la guardo meglio, somiglia a Fuka quando,con lo stesso sorrisetto,mi guardò quella volta in cui mi raccontò delle sue avventure con Takaischi.~ Riflettei.
“Ok,hai vinto. Il posto è tuo, ma posso ancora prendere quello accanto a te.” Aggiunse poi,siedendosi al mio fianco.
“Ma tu frequenti questo corso?” Le domandai infastidito.
“Certo” Rispose sorridendo; “I miei sospetti erano fondati allora.” Sorrise abbassando la testa verso il foglio.
“Eh? Quali sospetti?” La sollecitai.
“Sei un lupo solitario. Da quanto sei qui? Un anno? Con chi hai socializzato in quest’anno? Nessuno credo. Daltronde non conosci neanche chi è con te in classe e inoltre..” Blaterò tanto velocemente che smisi di ascoltarla.
“Ma mi stai ascoltando?” Mi apostrofò.
“No, ho smesso quando hai cominciato a parlare a proposito” Dissi,secco.
“Beh dico solo la verità. Io mi chiamo Shailene comunque,anche se dovresti già saperlo.. “Ciao Shailene” Dissi,come si fa quando un nuovo membro degli alcolisti anonimi si presenta al gruppo.
“Tu ti chiamo Akito.. Di dove sei? Nessuno sa molto di te.”
“Vuoi saperlo proprio tu?”
“Si,mi incuriosisci. Te ne stai sempre in un angolo,solo… A leggere o ascoltare musica..” Stava riprendendo a blaterare senza sosta.
“Giappone,Tokio” La interruppi.
“Wow,ho sempre desiderato visitare il Giappone.. Tu però non sembri giapponese.. Insomma.. Io so che i giapponesi hanno quasi tutti i capelli scuri,come gli italiani o gli spagnoli.. Tu hai i capelli sul castano chiaro e gli occhi mielati.. Insolito..”
“Già.. Insolito..” Ripetei.
“E lì hai degli amici?”
“Si, qualcuno” Risposi vago.
“E rispondi a bisillabi anche a loro?”
Le mie risposte cominciavano ad infastidirla.
“No, solo a te. Con loro riesco a fare anche dei discorsi di 10 parole” Affermai sempre più provocatoriamente.
Non sapevo bene il perché,ma quella ragazza mi piaceva.. Era stata l’unica,in un anno, a venirmi a parlare e chiedermi qualcosa di me. Mi faceva sentire.. Apprezzato.
Lei mi guardò e mi sorrise,stavolta senza istigazioni. Le ricambiai il sorriso. Un sorriso puro,semplice, vero.. Come LEI mi aveva insegnato a fare.
Andammo avanti a chiacchierare per tutta l'ora. 'Chiacchierare'. Lei faceva domande e io le rispondevo. In poco tempo aveva imparato tante cose di me,più di quante fossi capace di immaginare. Mi chiese della mia famiglia,se mi piaceva vivere qui, della scuola. Più volte la notai mentre osservava la mia mano destra,forse capii che c'era qualcosa che non andava,ma non si azzardò mai a chiedermi cosa.
Suonata la campanella,la salutai per dirigermi nell'aula di chimica.
"Allora io vado.Ciao."
Feci due passi,poi mi voltai.
"E' stato davvero un piacere parlare con te. Ci vediamo mercoledi."
Lei scoppiò in una sonora risata.
"Hai chimica ora,vero?"
"Come fai a saperlo?"
"Frequentiamo la stessa classe anche in chimica. E in storia e anche in matematica."
"Frequentiamo tutti questi corsi insieme e non mi sono mai accorto di te?"
"Te l'ho già detto, eri un lupo solitario. Ora che hai conosciuto me,però,la tua vita qui cambierà. Ricomincerai a vivere da dove ti eri fermato quando sei arrivato, trascurando quello che ti sei lasciato alle spalle." Disse con tono allegro.
"Dai andiamo o facciamo tardi." Disse cambiando tono.
Così mi prese a braccetto e ci incamminammo verso l’aula 6.

~Ricominciare. Ha detto proprio così. Io non ho bisogno di ‘ricominciare’. Ricomincia chi ha qualcosa da dimenticare. Ricomincia chi fugge dai propri problemi in cerca di una vita più semplice. Io non ho niente e nessuno da dimenticare. Io non sono scappato. Più che ricominciare a vivere, direi.. Ritornare a vivere.. Anche senza LEI!~

Spero vi piaccia :D e commentate numerosiii!

Edited by °°°Pazza@Fra°°° - 18/6/2012, 13:51
 
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~Lovely Crãzý Girl~
view post Posted on 15/6/2012, 16:15




CITAZIONE
~Ricominciare. Ha detto proprio così. Io non ho bisogno di ‘ricominciare’. Ricomincia chi ha qualcosa da dimenticare. Ricomincia chi fugge dai propri problemi in cerca di una vita più semplice. Io non ho niente e nessuno da dimenticare. Io non sono scappato. Più che ricominciare a vivere, direi.. Ritornare a vivere.. Anche senza LEI!~

Questo passo mi piace molto! Ogni tanto ci vogliono ei momenti riflessivi. u.u
Unico appunto: ricontrolla che ci sono alcuni errori di scrittura e qualche verbo coniugato male.
 
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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 16/6/2012, 15:44




Vero?? Dove? L'ho letto mille volte prima di pubblicarlo ahahah

P.S. Grazie per aver commentato, non lo fa mai nessuno ù.ù
 
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~Lovely Crãzý Girl~
view post Posted on 17/6/2012, 00:18




CITAZIONE
Direi che questa 'casa' possa (può) andare bene per una persona sola,non per tre;

CITAZIONE
Appena finito (finisco),mi incammino verso casa ed eccomi qui.

CITAZIONE
[...] “Ok,hai vinto. Il posto è tuo, ma posso ancora prendere quello accanto a te.” Aggiunse poi,siedendosi (sedendosi) al mio fianco. [...]

CITAZIONE
[...] forse capii (capì) che c'era qualcosa che non andava,ma non si azzardò mai a chiedermi cosa. [...]

Questi quelli che ho individuato subito, comunque non è un compito d' italiano, quindi si può anche chiudere un occhio. xD
 
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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 17/6/2012, 09:07




Ahahah oddio,non ci avevo fatto caso >.< Grazie :)
 
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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 18/6/2012, 12:48




CITAZIONE

Capitolo Terzo.
Come sei.


“Le equazioni di secondo grado sono delle equazioni che devono rispettare questa formula ax2+by+c=0”
~Il professore di matematica sta spiegando delle cose che io ho già fatto in Giappone,quindi mi prendo un po’ di tempo per non fare nulla. La mia vita è così impegnata che ho proprio bisogno di staccare un po’ il cervello delle volte. Spesso è un bene non avere il tempo di pensare,mi evita di meditare su chi ho lasciato a Tokio,ma non ora. Sento che ce la posso fare a non pensare a quello. ~

Il mio sguardo vagò per la stanza affollata in cerca di qualcosa da attenzionare e analizzare,ma venni distratto da una sagoma che si muoveva proprio davanti la mia orbita. Era Shailene, seduta qualche banco avanti per concentrasi sulla lezione. Quella ragazza attirò il mio sguardo e così restai a fissarla.
I suoi lineamenti dolci, i suoi lunghissimi capelli ramati che quel giorno erano raccolti in una coda di cavallo , gli occhi azzurri-grigi attenti alla lavagna, il suo nasino alla francese, le labbra che mordicchiavano il tappo della penna.
~Suo padre è americano,sua madre francese.. Questo spiega il suo naso così insolito da questi parti.. Me lo disse un giorno in cui mi invitò da lei a pranzo insieme agli altri amici~ Mi ricordai.

Continuai a scrutarla e a notare ogni piccolo particolare.

Era seduta in perfetta posizione,con le spalle larghe e le gambe accavallate, la mano destra, che aveva allontanato dalla bocca, prendeva appunti, l’altra giocava con le ciocche dei suo capelli. La T-shirt che indossava era blu e le scopriva la spalla, i jeans stretti facevano notare il suo perfetto fisico da modella e le ballerine blu che era più alta delle solite ragazze di primo.
Ricordo che mi domandai come feci a non notarla per tutto quel tempo.
Poi si girò verso di me, vide che la stavo fissando, mi fece una linguaccia e dopo mi disse che non stava capendo niente e che il pomeriggio sarebbe venuta da me(come faceva spesso) affinchè glieli spiegassi meglio. Acconsentì. Mi piaceva averla in giro per casa, e anche a Natsumi.
Una volta finita la lezione,mi aspettò fuori dalla porta e poi ci avviammo verso la mia abitazione.

“Che avevi da fissare? Avevi una faccia da pesce lesso, avresti dovuto vederti” Disse ridendo.
“Sei bella” Le dissi con il massimo della tranquillità.

Con lei non avevo problemi a parlare di nulla, qualsiasi cosa mi passasse per la testa gliela esternavo liberamente,di solito scoppiava a ridere,ma mi piaceva sentirglielo fare.

“Ah grazie” Disse continuando a ridere. “Il ragazzo di ghiaccio mi ha fatto un complimento, che onore! E’ un giorno da segnare sul calendario” Riprese sghignazzando.
“Guarda che sono serio, sei davvero bella.. Mi domando perché tu non abbia un ragazzo” La incalzai.
“Perché non mi interessano. Ho 15 anni, voglio divertirmi, non impegnarmi.”
Restai in silenzio.
“Comunque anche tu fai strage di cuori a scuola. Un sacco di ragazze vengono da me per chiedere informazioni sul tuo conto.. Vorrebbero conoscerti.”
“E tu che rispondi?” Dissi impaurito.

Il fatto che altre ragazze potessero sentire qualcosa per me, mi terrorizzava. Sapevo che non avrei mai potuto ricambiare il sentimento.

“Che sei occupato” Rispose prontamente.

°Io non le ho accennato neanche minimamente di esserlo e lei non ha mai chiesto. Come faceva a saperlo?°
La guardai.

“Lo so,lo so che non è così,ma è l’unico modo per tenerle a bada! Sono impazzite!”

Risi. Lei mi seguì.
Continuammo la strada verso casa parlando del più e del meno; quando arrivammo,subito le spiegai quello per cui era venuta e lei, essendo molto intelligente, capì in poco tempo. Poi, come al solito, cominciò a spettegolare con mia sorella e io andai dal fisioterapista,con la quale Natsumi, dopo che glielo presentai, iniziò un periodo di frequentazione. Quando tornai, lei era ancora in casa mia, pronta per la cena. Appena mi vide mi chiese subito se per me fosse un problema che lei cenasse qui e io, ovviamente, le dissi che non lo era.

Suo padre è un pilota di linea, sua madre un’hostess; è così che si sono conosciuti i suoi genitori, mi spiegò una volta. Siccome entrambi non c’erano mai, tranne che per pochi brevi periodi, viveva con la nonna ottantanovenne, della quale doveva anche occuparsi quando la signora che lavoravi li prendeva le dovute ferie. Ovviamente i genitori le inviavano fior fior di soldi per il suo sostentamento, quindi per lei il denaro non era un problema. Per questo,spesso, comprava a me e a Natsumi pensierini, di solito vestiario, che sapeva benissimo avremmo indossato. Non lo faceva per carità, anche perché non eravamo così poveri da non poterci permettere dei vestiti nuovi,anzi, ma lo faceva solo per estremo altruismo. Tempo fa mi disse che i suoi genitori guadagnavano tantissimo e le inviavano fin troppi soldi per lei, sua nonna e per tutte le spese; così, si ritrovava sempre con tantissimo denaro in tasca di cui non sapeva che farsene. Decise ,quindi, di dividere quel che rimaneva: una parte la conservava per il college,l’altra per comprare cose a chi ne aveva bisogno. Non eravamo gli unici a cui faceva regali infatti. E, devo ammettere, che quello che comprava mi piaceva. Aveva un occhio finissimo per i vestiti e sapeva sempre ciò che sarebbe piaciuto indossare all’oggetto del suo regalo. Quella più contenta era Natsumi che riceveva ogni volta vestiti o scarpe costosissime e firmate che solo lei poteva permettersi. Il suo ultimo regalo per me fu un polo Ralph Lauren, per Natsumi un vestito di Valentino che avrebbe indossato per il ballo di fine anno alla quale saremmo andati tutti insieme.
La cena prosegui bene, chiacchierando e scherzando. Oramai era come se Shailene fosse un’altra figlia per mio padre e una sorella per me e Natsumi. Veniva spesso a casa nostra e io e lei passavamo la maggior parte del tempo insieme. Mi piaceva stare con lei, mi sentivo totalmente libero di fare e dire tutto ciò che volevo. Era un po’ come stare con Sa..
Interruppi i miei pensieri.
“Shai è tardi, è meglio che ti accompagni a casa” Le dissi,prendendola alla sprovvista.
“Si hai ragione, domani abbiamo scuola, sono li ultimi giorni, perciò dobbiamo dare il massimo!” Mi rispose.
“Ricordati di portare il progetto di chimica e che domani pranziamo in sala mensa” Dichiarò in seguito..
“Come al solito” Le ricordai.
“Con gli altri” Mi apostrofò. “E’ un ordine!” Aggiunse poi.
“Si signorina Taylor, agli ordini”
Lei rise.
“Non c’è bisogno che mi accompagni, è venuta Georgina a prendermi”
Georgina era la donna che lavorava per la nonna di Shai, era una signora molto dolce, sulla quarantina.
“Ok, buona notte. A domani”
“Notte Akito, notte Natsumi, notte Signor Hayama!” Disse saltellando.
Aprì la porta, poi si voltò.
“Anche stavolta non mi hai fatto vedere la tua stanza. E non dire era in disordine perché non ci credo più ormai.”
“Ciaoo Shai” Le dissi,spingendola fuori dalla porta.

Non ero a mio agio nel farle vedere la mia stanza,nè a lei nè a chiunque altro. Non volevo.E poi, non sono abituato a mostrare la mia stanza ad una ragazza. Anche in Giappone, nessuna l'ha mai vista. Nessuna.. eccetto una.

 
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~Lovely Crãzý Girl~
view post Posted on 20/6/2012, 23:38




Cos'è tutta 'sta confidenza tra Shai e Akito, oh. ù.ù
Ahahah, io sono convinta che se Shai e Sana s' incontrassero, non andrebbero molto d' accordo.
Comunque 'sto capitolo è iniziato male, e la colpa è della matematica! xD
 
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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 27/6/2012, 12:37




CITAZIONE

Capitolo quarto.
L'estate vola via.


La scuola è finita da un pezzo ormai. Sono stato promosso al secondo anno senza problemi; così, sono stato maggiormente concentrato sulle sedute di fisioterapia,infatti ho iniziato a farne due al giorno e non più una sola come di consueto.. Questo mi ha portato via la maggior parte del tempo,che credevo avrei passato con i miei nuovi 'amici'.

~Da quando Shailene è entrata nella mia vita,l'ha stravolta totalmente. ~

Io e lei ci siamo conosciuti a Marzo,ora siamo ad Agosto.. quindi.. Aprile,Maggio,Giugno,Luglio,Agosto.. cinque mesi! Ci conosciamo da cinque mesi ed è stata una ventata di freschezza, la luce nell'oscurità.. Ok,ora sto esagerando.. Ma davvero è stata importante per me. Mi ha fatto ridere, mi ha fatto vedere la città,che dopo 7 mesi circa non avevo ancora visto; è davvero bella L. A. Mi ha fatto conoscere altri ragazzi. Precisamente le sue due migliori amiche Emma e Nicole, il ragazzo di Emma,Nate e il suo amico Josh.

~Sono davvero simpatici e mi trovo bene con loro. ~

Mi avevano sempre detto di voler mangiare del cibo giapponese,ma non avevo mai potuto invitarli a casa mia a causa delle piccole dimensioni; così, quel giorno, li invitai tutti a pranzare al “Tsujita”, un ristorante giapponese molto noto a Los Angeles.
Appena arrivati,come in Giappone, ci fecero togliere le scarpe,che lasciammo all’ingresso,e ci fecero mettere le tipiche pantofole giapponesi.
Ci sedemmo al tavolo centrale della sala e ordinammo.. Io, ovviamente, del sushi.
Era davvero un bel locale e richiamava molte cose del Giappone: le cameriere che andavano in giro in kimono, l’aria calda..
~Lo sapevo, sarebbe diventato il mio ristorante preferito. ~
In sala,era accesa una tv sintonizzata su programmi giapponesi.
~A Tokio dovrebbero essere le 16:30 in questo momento. Dovrebbe stare per iniziare il suo programma. E’ da quando sono qui, a Los Angeles, che non lo guardo.Il canale è proprio quello, dovrebbe cominciare dopo la pubblicità. ~
Ero in ansia e Shay se ne accorse.

“Allora Akito, questo cibo imitazione rende giustizia a quello originale?” Mi domandò la mia amica seduta di fronte a me.
“Assolutamente si, il sushi è buonissimo! Comunque credo che il cuoco sia giapponese; un americano non avrebbe potuto preparare un prelibatezza come questa.”
“Ci stai offendendo” Disse Emma sorridendo.
“Non proprio, dico solo che ogni popolo è bravo in quello che fa. Come per esempio, con tutto il rispetto, ma la pasta che fate qui non ha nulla a che vedere con la pasta che mangiano in Italia. E’ questione di sapori. Un piatto di pasta fatto da un americano, un francese o un indiano è immangiabile messa a confronto con lo stesso piatto di pasta fatto da un italiano. La stessa cosa vale per il mio sushi, i vostri hot dog, la paella spagnola e potrei continuare all’infinito”

Il mio discorso venne interrotto quando mi accorsi che in Tv non stava andando in onda “Il giocattolo dei bambini” ma un promo di un nuovo film.
L’attore principale era Naozumi Kamura, fui lieto di rivederlo.. Dovevo molto a quel ragazzo.
Il film si intitolava “Come fratelli” e ,dal poco che riuscì a captare, la trama era la profonda amicizia tra due ragazzi..
Non avevo capito, però, che in realtà si trattasse di un ragazzo e una ragazza, amici da sempre che si ritrovavano ad affrontare insieme tutte le ansie, le preoccupazioni, le angosce, le paure, le incomprensioni, le risate e le gioie,tipiche dell’adolescenza.
Alla vista di Kamura, Nicole smise di mangiare per osservare meglio, come disse lei, la bellezza del ragazzo.
“Questo ragazzo è qualcosa di meraviglioso! Quei suoi occhioni azzurri così profondi e i suoi lineamenti così fini..” Disse la ragazza entusiasmata.
All’udire il modo con cui Nicole definì i suoi lineamenti, mi venne da ridere, ripensando a tutte le risate che mi feci con Tsuyoshy la prima volta che lo incontrai.
Anche Shay era affascinata da Kamura, anche se non lo aveva mai visto prima d’ora.
“Io non ho mai visto questo ragazzo, non so chi sia. E’ il primo film che fa?” Chiese Shay appena lo vide apparire sul teleschermo.
“Assolutamente no! Shay, come fai a non conoscerlo? E’ famosissimo! E’ l’attore più ricercato di tutto il Giappone!” Affermò Nicole, fiera di sapere così tante notizie su di lui.
“Io non l’ho mai visto prima d’ora..” Continuò a dire Shailene.
“Ha anche girato il film “La villa dell’acqua” con la sua amica-fidanzata Sana Kurata, lui era il protagonista maschile, lei quello femminile.”

Sentendo quel nome mi bloccai. Da quando io e lei non ci sentivamo più così spesso, avevo cercato in tutti i modi di non pronunciare o sentire pronunciare quel nome. Mi faceva male, troppo male. E lei, Nicole, così, da un momento all’altro, senza preoccuparsi di nulla, con quel tono sapiente e irriverente, lo pronunciò.
Inconsapevole del male che mi aveva fatto.
Inconsapevole della voragine che aveva aperto dentro me.
Inconsapevole di aver riaperto una ferita che, da tempo, cercava di rimarginarsi. Inconsapevole di aver scatenato in me un senso di solitudine.
Di vuoto.
Mi sentivo vuoto.
Per tutto quel tempo ero stato attento a tutto ciò che dicevo per non sottopormi a questo dolore. Non nominarla, mi faceva sentire meglio. Me la faceva sentire un po’ meno distante. Sapevo che era solo un’illusione, ma non dire il suo nome mi rendeva più felice, per quel che si poteva. Sapevo che era distante; nominandola o no, era lontana da me, dalle mie braccia, dalle mie labbra, i suoi occhi erano lontani dai miei; ma non dire il suo nome, non sapere ciò che faceva o che film stava girando, era un po’ come far finta di non conoscerla, di non averla mai incontrata, di non averla mai amata, di non averla mai lasciata lì, senza di me.
Mentivo.
A mio padre e mia sorella che, invece, sapevano bene quello che ci legava.
Mentivo ai miei amici quando mi chiedevano se fossi fidanzato o avessi una ragazza nel mio cuore.
Mentivo a tutti, e sapevo di mentire anche a me stesso.
Sapevo di conoscerla, sapevo di aver vissuto con lei i momenti migliori e peggiori di tutta la mia vita; sapevo tutto ciò che aveva fatto per me, e io per lei. Ricordavo ancora ogni singolo giorno, ogni parola, ogni gioco; ogni tentativo di convincermi che fosse solo un’amica e che lei non avrebbe mai ricambiato. Ricordavo benissimo il modo in cui riconciliò la mia famiglia, il suo tono dolce quando fece finta di essere mia madre; ricordavo il suo tono cupo quando mi domandò che avessi fatto io se noi due non avessimo potuto vederci per molto tempo, ricordavo la mia risposta a quella domanda; ricordavo il suo sorriso quando mi salutò dall’autobus che l’avrebbe portata in cima alla montagna a girare “La villa dell’acqua”, e l’evidente cambiamento della voce quando le dissi che stavo con Fuka; ricordavo la delusione che si leggeva nel suo viso quando seppe che io, Fuka, Tsuyoshy e Aya credemmo alle voci che giravano sul suo conto e su quello di Naozumi; ricordavo i nostri baci, tutti e tre.
Il primo inconsapevole e bagnato.
Il secondo consapevole che io l’amassi e inaspettato
E infine il terzo. Desiderato e consapevole che entrambi ci amavamo.
Ricordavo i suoi occhi pieni di lacrime quando mi confessò ciò che provava per me, quel giorno, in infermeria, e la sua tristezza quando vide Fuka piangere perché aveva sentito tutto;ricordavo la paura che provò quando le svenni davanti agli occhi, la nostra fuga, la sua malattia, il mio alzarle la voce sgridandola per essere stata egoista pensando solo a quanto avrebbe sofferto lei; la sua guarigione, il suo viso che riprendeva a sorridere; ricordavo il momento dei saluti, che lei sdrammatizzò urlandomi qualcosa sulla sua verginità. Ricordavo tutto.
E,Nicole, aveva fatto riaffiorare tutto quello che cercavo di lasciare in una parte remota del mio cervello.
Per questo non la nominavo.
Per questo cambiavo strada strada se vedevo il suo volto nella copertina di qualche giornale.
Per questo non chiamavo Tsuy, che sapevo mi avrebbe raccontato di lei.
Per evitare tutto questo dolore, questo vuoto, per evitare il riaffiorare dei miei mille ricordi che,in quella situazione, mi facevano male.
Non nominarla, creava in me l’illusione che non la conoscessi e che io non stessi soffrendo per la sua mancanza.

“Ebbe un enorme successo quel film, tanto che lo doppiarono in quasi tutte le lingue del mondo per trasmetterlo nei vari continenti” Continuò a dire Nicole, mentre io ero presente,ma assente.

Era nata una discussione su chi fosse Sana e su come fosse.

“Secondo me è una ragazza adorabile.” Affermò Emma.
“E’ così piena di talento, ma non credo che sia adorabile. Secondo me è solo una ragazza viziata.E’ cresciuta negli studi televisivi e sua madre, che non è sua madre, è una scrittrice. Ha sempre avuto ciò che voleva e secondo me finge ad essere sempre così allegra e vivace. Recita da tutta la vita e, si sa, quando indossi una maschera per tanto tempo, alla fine finisce per diventare il tuo reale volto.” Ribatté Shay.
“E’ bellissima! L’avessi davanti non aspetterei un attimo per saltarle addosso.” Disse sghignazzando Josh.

Avrei voluto ucciderlo,ma in fondo diceva la verità. Sana è bellissima. Chiunque vorrebbe avere una storia con lei.

Le ragazze guardarono torve Josh, che scoppiò a ridere interpellando anche me e Nate.
“E’ vero che è bella, molto bella, forse la ragazza più bella che abbia mai visto” Disse Nate. “Ma non più bella di te Emma amore mio” Aggiunse,dopo aver notato l’occhiataccia che la fidanzata gli lanciò.
Ricordo che mi domandai il motivo per cui Nate faceva complimenti a tutte tranne che alla sua ragazza. Emma è.. da togliere il fiato, sul serio. Molto più bella di quanto lo fosse Shay.
Quando arrivò il mio turno, tacqui. Cosa che infastidì parecchio la mia migliore amica. Secondo lei non avevo personalità perché non prendevo mai una parte in una discussione.
“Non mi importa ciò che dici tu Shay e neanche ciò che dicono i ragazzi. Secondo me Sana è una bravissima attrice e una bravissima persona.” Insistette Nicole.
“Lo dici perché è amica di Naozumi” La incalzò Josh.
“Non è vero, lo penso sul serio.” Continuò la ragazza. “Tu che pensi di lei, Akito?” Mi domando poi.
Rimasi un po’ stupefatto. Mi mancò l’aria. Poi presi fiato e riuscì a pronunciare una semplice frase.
“E’ una brava attrice,ma non la conosco personalmente quindi non posso giudicare.”
Mentii, di nuovo.

 
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~Lovely Crãzý Girl~
view post Posted on 29/6/2012, 20:11




CITAZIONE
[...] Un piatto di pasta fatto da un americano, un francese o un indiano è immangiabile messa a confronto con lo stesso piatto di pasta fatto da un italiano. [...]

Già. u.u
Stesso discorso per la pizza!

CITAZIONE
[...] “E’ bellissima! L’avessi davanti non aspetterei un attimo per saltarle addosso.” Disse sghignazzando Josh.

Avrei voluto ucciderlo [...]

AHAHAHAH!

CITAZIONE
[...] Rimasi un po’ stupefatto. Mi mancò l’aria. Poi presi fiato e riuscì a pronunciare una semplice frase.
“E’ una brava attrice,ma non la conosco personalmente quindi non posso giudicare.” [...]

Bugiardo! D:

 
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view post Posted on 1/7/2012, 12:08
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ok shay stai rischiando la vita!!! giù le mani da akito.... Mi piace questa storia,voglio vedere cm si sviluppa!!!
 
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~Sakura~
view post Posted on 2/7/2012, 16:34




Akito bugiardo! Cattivo bambino lo sai che non si dicono le bugie?! <_< xD
Mi pare evidente che la conosci e anche che ti piace.. e molto... ma beh chissà come si evolveranno i fatti...
Questa storia si fa sempre più interessante... :D è scritta bene e non vedo l'ora di leggere il continuo.
Sù sù posta hai tutto il mio sotegno!!
 
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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 2/7/2012, 19:13




CITAZIONE

Capitolo quinto.
Confessare

..Quattro mesi dopo..



Dicembre 2012

“Professore,posso andare in bagno?” Domandai al mio prof. di Storia.
“Certo Hayama,ma torna presto.” Mi concesse lui.

Mi alzai e mi diressi verso la porta. Uscii. Mi incamminai verso il bagno dei maschi,alla fine del corridoio. Avevo proprio bisogno di uscire da quella stanza e di prendere un po’ d’aria fresca; mi sentivo soffocare là dentro. Entrai in bagno, vuoto come al solito. Mi sciacquai la faccia con dell’acqua tiepida,poi cominciai ad osservare Los Angeles innevata da una piccola finestra del bagno. Era uno spettacolo mozzafiato. Mi trovavo al terzo piano dell’edificio, quindi ero abbastanza in alto per esaminare tutto. Le strade erano insolitamente trafficate per essere le 11.26.
~In genere, a quest’ora, non c’è mai quasi nessuno in giro. ~

L’asfalto era innevato, così come i tetti delle case e degli edifici. Nevicava, ma il cielo non era cupo; anzi, era di un azzurro estivo. Quell’azzurro mi ricordava gli occhi di Kamura, così chiari e limpidi. Una donna con un bambino in braccio attraversavano la strada. Degli operai stavano cominciando ad appendere le decorazioni natalizie e tutte le vetrine dei negozi, iniziavano a riempirsi di luci.

~E’ così bello il Natale qui~ Pensai ad alta voce.

La città era piena di cartelloni giganti che pubblicizzavano il nuovo film di Kamura.. e il suo. Così, da un po’ di tempo a questa parte, mi ritrovai a vedere la sua faccia ovunque mi girassi. Quella faccia così bella e candida. Sembrava che fosse anche un po’ cambiata. Cresciuta. Non la vedevo da un anno e mezzo ormai ed era nel periodo dell’adolescenza quindi era ovvio che fosse cambiata. C’era un gran fervore per questo nuovo film. Visti i successi de “La villa sull’acqua” tutti aspettavo con ansia la nuova pellicola che vedeva Kamura e Kurata insieme.
Mi ricordai che ero a scuola e quindi tornai in classe. Durante la pausa pranzo,mi sedetti al solito tavolo con Shay, Emma e gli altri. Ormai passavo tutto il tempo con loro, quando non ero a fisioterapia. Era strano perché dopo tutto il tempo passato insieme, nessuno si era mai azzardato a chiedermi la causa di quelle quattro sedute settimanali. Non sapevo il perché e non me ne importava. Sapevano che avevo problemi alla mano destra, ma ignoravano cosa mi avevo portato a non averne più la piena funzione.

“Ragazzi, stasera c’è la prima del film di Kamura. Andiamo a vederlo? Vi prego!” Ci domandò Nicole.
“No.” Rispose acido Nate.
“Che ti prende?” Lo sollecitò la sua ragazza.
“Mi prende che quel tizio mi sta antipatico.” Replicò il biondino.
“Ma io voglio vederlo!” Disse Emma.
“Ci vai senza di me.” Continuò lui.
“E’ il film in cui recita anche Sana.” Lo incalzò Emma, ricordandosi di quanto lei piacesse al suo ragazzo.
“Ok, allora vengo, ma lo faccio solo per vedere Sana. Josh vieni, no? Anche tu Aki, vero? Non vorrete abbandonarmi a queste tre pazze.” Ci domandò il nostro amico.
“Non posso, ho fisioterapia oggi.” Risposi.
“A che ora?” Mi chiese Shay.
Era insolitamente taciturna in questo periodo.
“Dalle quattro alle sei.”
“Perfetto! Allora andiamo a vedere lo spettacolo delle otto!” Si entusiasmò Emma.
Io non ero molto felice,ma acconsentii.

Non era giusto. Non la vedevo da un sacco di tempo e non era giusto rivederla per la prima volta solo tramite un film, ma non avevo altra scelta: se non ci fossi andato, non sarebbe andato a vederlo nessuno.

Alle sette e mezza ci incontrammo tutti davanti al cinema, pagammo i biglietti ed entrammo. Le ragazze, apparte Shay, erano entusiaste. Io e Josh andammo a prendere i pop corn per tutti e mentre facevamo la fila, lui cominciò ad attaccare bottone con le ragazze in fila come noi.
Era un don Giovanni, ci sapeva fare molto bene e sebbene non fosse bellissimo, riscuoteva molto successo. Era simpatico, allegro e spavaldo; non aveva vergogna di niente, pregio che gli invidiavo parecchio. Lui era sempre molto aperto con tutti, faceva amicizia in poco tempo e in poco tempo la gente gli voleva bene. Era alto quanto me, un 1.75 circa, ma praticava pallanuoto con la squadra della scuola e quindi era molto più muscoloso di me e di qualsiasi altro ragazzo del secondo anno. Aveva dei capelli color pece e degli occhi che cambiavano colore in base al tempo. D’estate,o comunque nelle giornate serene, li aveva verdi-azzurri; d’inverno si scurivano e diventavano di un verde quasi marrone. In primavera diventavano verde chiaro, come se si preparassero per l’ulteriore schiaritura estiva e in autunno, al contrario, li aveva verde scuro per prepararsi a diventare quasi castani. La carnagione era scura e questo gli risaltava il chiarore degli occhi. La bocca era molto carnosa. Dall’aspetto sembra quasi straniero, il che in parte è vero perché suo padre è brasiliano.
Mi accorsi solo in quel momento che due dei miei amici non erano americani “puri”. Sia Shay che Josh avevano un genitore americano e l’altro straniero.
Lasciate le ragazze e presi i pop corn entrammo in sala, dove già era cominciata la pubblicità dei film in prossima uscita.
Quando il film iniziò, le luci si spensero e il mormorio della gente si fece sempre più lieve fino a tramutarsi in silenzio. La prima scena riprendeva due bambini in spiaggia che giocavano. Entrambi erano molto simili ai protagonisti principali. Poi,dieci anni più tardi, i bambini erano diventati adolescenti e sempre insieme, in quella stessa spiaggia,giocavano a fare i tuffi.
Questa volta, i protagonisti della scena, erano loro due. I miei “amici”, che amici non erano. Per quanto riguarda lui, dire che eravamo “amici” era troppo; per quanto riguarda lei, era troppo poco.
Il film proseguì; la voce narrante era quella di Naozumi, era lui il protagonista principale. Raccontava che lui e la sua amica, Akiko, avevano trascorso tutta la vita insieme. Si volevano un gran bene. Una volta arrivati alle superiori, i due intrapresero strade differenti,ma continuarono ad essere amici; fin quando lui, si rese conto di provare più di un semplice bene per la ragazza. Lei però, non ricambiava. I ragazzi affrontarono numerosi problemi, periodi di lontananza in cui lei credeva che fosse meglio stare lontani,almeno fin quando lui avrebbe smesso di volerle “più che bene”. Alla fine, Akiko e Shinichi, tornarono ad essere amici, solo amici.
Era la tipica commedia. Mi sorprendeva come lei abbia potuto accettare una parte del genere, così poco originale. Poi pensai che il film era un “inno” alla vera amicizia e quindi non mi fu difficile capire perché aveva accettato.
Dopotutto, era stata davvero brava. Era migliorata parecchio, anche se sentirla doppiata in inglese mi faceva ridere.
Dopo due ore di interminabile agonia,nel vederla e non poterla toccare, il film finì. Tutti applaudirono e poi lasciarono la sala.
Una volta fuori dal cinema, partirono i commenti delle ragazze.

“Naozumi è stato grandioso” Disse Nicole.
“Sana è migliorata parecchio dall’ultima volta che l’ho vista recitare.” Affermò Emma.
“Non solo sulla parte recitativa.” Disse malizioso Nate guardando verso me e Josh, che camminavamo al suo fianco.
Entrambi cominciammo a ridere.
Emma gli diede uno scalpellato in testa.
Shay era in silenzio.
“A te è piaciuto, Shay?” La interrogai.
“Si abbastanza.” Mi disse lei, dopo aver abbandonato i suoi pensieri.

Non capivo che avesse, fino a qualche settimana fa era tutto apposto. Cosa può esserle successo di così grave da toglierle il sorriso?

“Come vorrei conoscere entrambi! Sono così belli insieme, mi piacerebbe tantissimo vedere Sana e Nao di persona, scambiarci quattro chiacchiere.”
Nate rise.
“Metti il cuore in pace Nicole, nessuno di noi li conosce e nessuno li conoscerà mai.” Gli disse realista.
Io,però, mi lasciai sfuggire un piccolo ghigno di cui nessuno si accorse. Avrei voluto dirgli “parla per te”, ma non potevo. Non potevo lanciare una notizia bomba in quel modo. Non in quel momento.

“Sapete che ha scelto Sana il nome del suo personaggio? Ho letto su una rivista una sua intervista. Diceva che ha scelto il nome Akiko perché le ricordava molto il nome di una persona per lei molto importante.”
A quelle parole, arrestai il passo.
Nate mi guardò e mi fece cenno di muovermi. Ripresi a camminare, seppur paralizzato da quello che avevo appena sentito.
“Nate, mi vai a prendere un gelato?” Chiese Emma al suo ragazzo.
“D’accordo. Il solito?”
“Si certo, grazie mille.”
“Lo voglio anch’io” Dissero in sincrono le ragazze e Josh.
“Aki fammi compagnia, Josh rimani con le ragazze.” Ordinò Nate.
Li lasciammo lì, seduti su una panchina, ad aspettare che noi ritornassimo con i loro gelati.
Ancora stordito, andammo nel camioncino dei gelati.

“Come è andata a fisioterapia?” Mi domandò il mio amico.
“Bene, riesco a muovere tutte le dita, più o meno” Gli risposi.
“Mi vuoi dire perché sei ridotto così?” Mi domandò.
“Mi sono ferito.”
“E fino a là ci ero arrivato anche da solo.” Disse ridendo.
“E’ una lunga storia.”
“Riassumila.”
“Un mio amico.. stava passando un brutto periodo, voleva farla finita. Provava un sentimento che anche io, in passato avevo provato.”

Lui stava li, in silenzio, ad ascoltare il mio racconto. Decisi di omettere la parte che riguardava me.

“Aveva con se un coltello, ce l’aveva con me e voleva che morissimo insieme, disse che solo così poteva perdonare quello che gli avevo fatto.. Gli dissi che non mi sarei mai suicidato.”
“Bhè, è ovvio. Non sei così stupito, ci tieni alla tua vita.”
Ignorava il vero motivo per cui io non volessi farlo.
“E che se voleva, doveva esser lui a farmi fuori. Prese il coltello e incosciente mi colpì al braccio. Eravamo in un bosco, quindi ci mettemmo più di due ore per tornare a Tokio.. Alla stazione caddi a terra, svenuto. Avevo perso troppo sangue. Mi portarono subito in ospedale dove fui ricoverato. Sono stato in coma, poi ripresi i sensi. I medici mi visitarono e dissero che le lesioni erano troppo gravi e che avrei perso l’uso della mano destra. Successivamente a mio padre fu offerto un lavoro qui e scoprì che qui c’era la miglior clinica di riabilitazione di tutta l’America. Partimmo in poco tempo. Ed eccomi qui.”
“Wow Akito, quante cose non so di te! Non hai mai parlato di cosa ti sei lasciato alle spalle venendo qui.. Se un giorno ti venisse voglia di sfogarti, vieni da me, a qualsiasi ora del giorno e della notte.”

Nate era la persona con la quale avevo legato di più dopo Shay. Era molto simile a me, in più aveva solo uno spiccato senso dell’umorismo.
~A lei sarebbe piaciuto.~
Era il tipico americano, con il tipico aspetto da americano. Capelli biondissimi, occhi color del cielo, carnagione chiara, alto quanto me,se non più di me.. Viveva in una tipica villetta americana con i suoi genitori, le sue due sorelle e suo fratello. Andava bene a scuola, faceva parte della squadra di football, la sua ragazza era una delle più belle e popolari di tutta la scuola, una di quelle che tutti avrebbero voluto. Il tipico belloccio popolare che si vedono nei telefilm americani. L’accoppiata giocatore di football- cheerleader è davvero di moda nei licei, non è un’invenzione dei telefilm. Diversamente dai telefilm, però, Nate non era antipatico, vanitoso o pieno di sé. Era un ragazzo a modo, semplice e tranquillo a cui piacevano le piccole cose, stare con i suoi amici, giocare a football, passare del tempo con la sua famiglia e con la sua ragazza. Aveva dei sani valori ed era ambizioso. Sapeva ciò che voleva fare in futuro: vincere la borsa di studio per lo sport, andare ad Harvard, uno dei college migliori di tutti gli Stati Uniti, studiare medicina, laurearsi e avere una famiglia, con Emma possibilmente. Lo ammiravo per la determinazione che aveva.

“Posso farti una domanda?”
“Certo” Gli risposi.
“Ho notato, ma forse è solo impressione mia, che ogni volta che si nomina Sana o Naozumi ti stranisci. Quando passeggiamo e sulle rivista c’è il volto di Sana, ti giri dall’altra parte. Quando la città è stata tappezzata di manifesti pubblicitari, quasi non uscivi di casa. Quando abbiamo visto lo speciale del film, quella sera al Tsujita, eri paralizzato.. e, prima, quando Nicole ha detto che ha scelto Sana il nome del suo personaggio nello sceneggiato e che il nome che aveva scelto le ricordava molto il nome di una persona molto importante per lei, ti sei fermato. Akiko è molto simile ad Akito, si sbagliano solo per una lettera. Magari sono solo coincidenze.. ma, mi chiedeveo, se tu..”

Non lo feci finire.

“Si.” Risposi secco, guardando in basso, i capelli mi nascondevano gli occhi.
“Si.. cosa?” Mi domandò lui,preso in contropiede.

Ebbi un attimo di esitazione.

“Alla domanda che stavi per farmi. Io.. Io conosco Sana.” Sputai tutto d’un fiato.

Grazie per tutti i commenti, davvero grazie di cuore :) spero che il continuo vi piaccia :)

Edited by °°°Pazza@Fra°°° - 10/7/2012, 13:16
 
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~Sakura~
view post Posted on 2/7/2012, 20:40




Sisi la storia si fa interessante.... so che hai appena postato ma... continua quando puoi! Inizialmente non è che mi ispirasse più di tanto la tua storia lo ammetto... la cosa che mi ha colpito fin dall'inizio è la tua propensità alla scrittura. Così ho deciso di continuare a leggere ed eccomi qua impaziente di un continuo :) Si mi piace la tua storia. :wub:
 
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~Lovely Crãzý Girl~
view post Posted on 4/7/2012, 03:28




CITAZIONE
[...] “Sapete che ha scelto Sana il nome del suo personaggio? Ho letto su una rivista una sua intervista. Diceva che ha scelto il nome Akiko perché le ricordava molto il nome di una persona per lei molto importante.”
A quelle parole, arrestai il passo. [...]

Bella pensata @PazzaFra!
 
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25 replies since 14/6/2012, 11:09   643 views
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