Mi chiedo sei sei tu,la volta che non sbaglio più.., ~Io sto con te,con il cuore sto con te~

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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 27/6/2012, 12:37 by: °°°Pazza@Fra°°°




CITAZIONE

Capitolo quarto.
L'estate vola via.


La scuola è finita da un pezzo ormai. Sono stato promosso al secondo anno senza problemi; così, sono stato maggiormente concentrato sulle sedute di fisioterapia,infatti ho iniziato a farne due al giorno e non più una sola come di consueto.. Questo mi ha portato via la maggior parte del tempo,che credevo avrei passato con i miei nuovi 'amici'.

~Da quando Shailene è entrata nella mia vita,l'ha stravolta totalmente. ~

Io e lei ci siamo conosciuti a Marzo,ora siamo ad Agosto.. quindi.. Aprile,Maggio,Giugno,Luglio,Agosto.. cinque mesi! Ci conosciamo da cinque mesi ed è stata una ventata di freschezza, la luce nell'oscurità.. Ok,ora sto esagerando.. Ma davvero è stata importante per me. Mi ha fatto ridere, mi ha fatto vedere la città,che dopo 7 mesi circa non avevo ancora visto; è davvero bella L. A. Mi ha fatto conoscere altri ragazzi. Precisamente le sue due migliori amiche Emma e Nicole, il ragazzo di Emma,Nate e il suo amico Josh.

~Sono davvero simpatici e mi trovo bene con loro. ~

Mi avevano sempre detto di voler mangiare del cibo giapponese,ma non avevo mai potuto invitarli a casa mia a causa delle piccole dimensioni; così, quel giorno, li invitai tutti a pranzare al “Tsujita”, un ristorante giapponese molto noto a Los Angeles.
Appena arrivati,come in Giappone, ci fecero togliere le scarpe,che lasciammo all’ingresso,e ci fecero mettere le tipiche pantofole giapponesi.
Ci sedemmo al tavolo centrale della sala e ordinammo.. Io, ovviamente, del sushi.
Era davvero un bel locale e richiamava molte cose del Giappone: le cameriere che andavano in giro in kimono, l’aria calda..
~Lo sapevo, sarebbe diventato il mio ristorante preferito. ~
In sala,era accesa una tv sintonizzata su programmi giapponesi.
~A Tokio dovrebbero essere le 16:30 in questo momento. Dovrebbe stare per iniziare il suo programma. E’ da quando sono qui, a Los Angeles, che non lo guardo.Il canale è proprio quello, dovrebbe cominciare dopo la pubblicità. ~
Ero in ansia e Shay se ne accorse.

“Allora Akito, questo cibo imitazione rende giustizia a quello originale?” Mi domandò la mia amica seduta di fronte a me.
“Assolutamente si, il sushi è buonissimo! Comunque credo che il cuoco sia giapponese; un americano non avrebbe potuto preparare un prelibatezza come questa.”
“Ci stai offendendo” Disse Emma sorridendo.
“Non proprio, dico solo che ogni popolo è bravo in quello che fa. Come per esempio, con tutto il rispetto, ma la pasta che fate qui non ha nulla a che vedere con la pasta che mangiano in Italia. E’ questione di sapori. Un piatto di pasta fatto da un americano, un francese o un indiano è immangiabile messa a confronto con lo stesso piatto di pasta fatto da un italiano. La stessa cosa vale per il mio sushi, i vostri hot dog, la paella spagnola e potrei continuare all’infinito”

Il mio discorso venne interrotto quando mi accorsi che in Tv non stava andando in onda “Il giocattolo dei bambini” ma un promo di un nuovo film.
L’attore principale era Naozumi Kamura, fui lieto di rivederlo.. Dovevo molto a quel ragazzo.
Il film si intitolava “Come fratelli” e ,dal poco che riuscì a captare, la trama era la profonda amicizia tra due ragazzi..
Non avevo capito, però, che in realtà si trattasse di un ragazzo e una ragazza, amici da sempre che si ritrovavano ad affrontare insieme tutte le ansie, le preoccupazioni, le angosce, le paure, le incomprensioni, le risate e le gioie,tipiche dell’adolescenza.
Alla vista di Kamura, Nicole smise di mangiare per osservare meglio, come disse lei, la bellezza del ragazzo.
“Questo ragazzo è qualcosa di meraviglioso! Quei suoi occhioni azzurri così profondi e i suoi lineamenti così fini..” Disse la ragazza entusiasmata.
All’udire il modo con cui Nicole definì i suoi lineamenti, mi venne da ridere, ripensando a tutte le risate che mi feci con Tsuyoshy la prima volta che lo incontrai.
Anche Shay era affascinata da Kamura, anche se non lo aveva mai visto prima d’ora.
“Io non ho mai visto questo ragazzo, non so chi sia. E’ il primo film che fa?” Chiese Shay appena lo vide apparire sul teleschermo.
“Assolutamente no! Shay, come fai a non conoscerlo? E’ famosissimo! E’ l’attore più ricercato di tutto il Giappone!” Affermò Nicole, fiera di sapere così tante notizie su di lui.
“Io non l’ho mai visto prima d’ora..” Continuò a dire Shailene.
“Ha anche girato il film “La villa dell’acqua” con la sua amica-fidanzata Sana Kurata, lui era il protagonista maschile, lei quello femminile.”

Sentendo quel nome mi bloccai. Da quando io e lei non ci sentivamo più così spesso, avevo cercato in tutti i modi di non pronunciare o sentire pronunciare quel nome. Mi faceva male, troppo male. E lei, Nicole, così, da un momento all’altro, senza preoccuparsi di nulla, con quel tono sapiente e irriverente, lo pronunciò.
Inconsapevole del male che mi aveva fatto.
Inconsapevole della voragine che aveva aperto dentro me.
Inconsapevole di aver riaperto una ferita che, da tempo, cercava di rimarginarsi. Inconsapevole di aver scatenato in me un senso di solitudine.
Di vuoto.
Mi sentivo vuoto.
Per tutto quel tempo ero stato attento a tutto ciò che dicevo per non sottopormi a questo dolore. Non nominarla, mi faceva sentire meglio. Me la faceva sentire un po’ meno distante. Sapevo che era solo un’illusione, ma non dire il suo nome mi rendeva più felice, per quel che si poteva. Sapevo che era distante; nominandola o no, era lontana da me, dalle mie braccia, dalle mie labbra, i suoi occhi erano lontani dai miei; ma non dire il suo nome, non sapere ciò che faceva o che film stava girando, era un po’ come far finta di non conoscerla, di non averla mai incontrata, di non averla mai amata, di non averla mai lasciata lì, senza di me.
Mentivo.
A mio padre e mia sorella che, invece, sapevano bene quello che ci legava.
Mentivo ai miei amici quando mi chiedevano se fossi fidanzato o avessi una ragazza nel mio cuore.
Mentivo a tutti, e sapevo di mentire anche a me stesso.
Sapevo di conoscerla, sapevo di aver vissuto con lei i momenti migliori e peggiori di tutta la mia vita; sapevo tutto ciò che aveva fatto per me, e io per lei. Ricordavo ancora ogni singolo giorno, ogni parola, ogni gioco; ogni tentativo di convincermi che fosse solo un’amica e che lei non avrebbe mai ricambiato. Ricordavo benissimo il modo in cui riconciliò la mia famiglia, il suo tono dolce quando fece finta di essere mia madre; ricordavo il suo tono cupo quando mi domandò che avessi fatto io se noi due non avessimo potuto vederci per molto tempo, ricordavo la mia risposta a quella domanda; ricordavo il suo sorriso quando mi salutò dall’autobus che l’avrebbe portata in cima alla montagna a girare “La villa dell’acqua”, e l’evidente cambiamento della voce quando le dissi che stavo con Fuka; ricordavo la delusione che si leggeva nel suo viso quando seppe che io, Fuka, Tsuyoshy e Aya credemmo alle voci che giravano sul suo conto e su quello di Naozumi; ricordavo i nostri baci, tutti e tre.
Il primo inconsapevole e bagnato.
Il secondo consapevole che io l’amassi e inaspettato
E infine il terzo. Desiderato e consapevole che entrambi ci amavamo.
Ricordavo i suoi occhi pieni di lacrime quando mi confessò ciò che provava per me, quel giorno, in infermeria, e la sua tristezza quando vide Fuka piangere perché aveva sentito tutto;ricordavo la paura che provò quando le svenni davanti agli occhi, la nostra fuga, la sua malattia, il mio alzarle la voce sgridandola per essere stata egoista pensando solo a quanto avrebbe sofferto lei; la sua guarigione, il suo viso che riprendeva a sorridere; ricordavo il momento dei saluti, che lei sdrammatizzò urlandomi qualcosa sulla sua verginità. Ricordavo tutto.
E,Nicole, aveva fatto riaffiorare tutto quello che cercavo di lasciare in una parte remota del mio cervello.
Per questo non la nominavo.
Per questo cambiavo strada strada se vedevo il suo volto nella copertina di qualche giornale.
Per questo non chiamavo Tsuy, che sapevo mi avrebbe raccontato di lei.
Per evitare tutto questo dolore, questo vuoto, per evitare il riaffiorare dei miei mille ricordi che,in quella situazione, mi facevano male.
Non nominarla, creava in me l’illusione che non la conoscessi e che io non stessi soffrendo per la sua mancanza.

“Ebbe un enorme successo quel film, tanto che lo doppiarono in quasi tutte le lingue del mondo per trasmetterlo nei vari continenti” Continuò a dire Nicole, mentre io ero presente,ma assente.

Era nata una discussione su chi fosse Sana e su come fosse.

“Secondo me è una ragazza adorabile.” Affermò Emma.
“E’ così piena di talento, ma non credo che sia adorabile. Secondo me è solo una ragazza viziata.E’ cresciuta negli studi televisivi e sua madre, che non è sua madre, è una scrittrice. Ha sempre avuto ciò che voleva e secondo me finge ad essere sempre così allegra e vivace. Recita da tutta la vita e, si sa, quando indossi una maschera per tanto tempo, alla fine finisce per diventare il tuo reale volto.” Ribatté Shay.
“E’ bellissima! L’avessi davanti non aspetterei un attimo per saltarle addosso.” Disse sghignazzando Josh.

Avrei voluto ucciderlo,ma in fondo diceva la verità. Sana è bellissima. Chiunque vorrebbe avere una storia con lei.

Le ragazze guardarono torve Josh, che scoppiò a ridere interpellando anche me e Nate.
“E’ vero che è bella, molto bella, forse la ragazza più bella che abbia mai visto” Disse Nate. “Ma non più bella di te Emma amore mio” Aggiunse,dopo aver notato l’occhiataccia che la fidanzata gli lanciò.
Ricordo che mi domandai il motivo per cui Nate faceva complimenti a tutte tranne che alla sua ragazza. Emma è.. da togliere il fiato, sul serio. Molto più bella di quanto lo fosse Shay.
Quando arrivò il mio turno, tacqui. Cosa che infastidì parecchio la mia migliore amica. Secondo lei non avevo personalità perché non prendevo mai una parte in una discussione.
“Non mi importa ciò che dici tu Shay e neanche ciò che dicono i ragazzi. Secondo me Sana è una bravissima attrice e una bravissima persona.” Insistette Nicole.
“Lo dici perché è amica di Naozumi” La incalzò Josh.
“Non è vero, lo penso sul serio.” Continuò la ragazza. “Tu che pensi di lei, Akito?” Mi domando poi.
Rimasi un po’ stupefatto. Mi mancò l’aria. Poi presi fiato e riuscì a pronunciare una semplice frase.
“E’ una brava attrice,ma non la conosco personalmente quindi non posso giudicare.”
Mentii, di nuovo.

 
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