Mi chiedo sei sei tu,la volta che non sbaglio più.., ~Io sto con te,con il cuore sto con te~

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°°°Pazza@Fra°°°
view post Posted on 18/6/2012, 12:48 by: °°°Pazza@Fra°°°




CITAZIONE

Capitolo Terzo.
Come sei.


“Le equazioni di secondo grado sono delle equazioni che devono rispettare questa formula ax2+by+c=0”
~Il professore di matematica sta spiegando delle cose che io ho già fatto in Giappone,quindi mi prendo un po’ di tempo per non fare nulla. La mia vita è così impegnata che ho proprio bisogno di staccare un po’ il cervello delle volte. Spesso è un bene non avere il tempo di pensare,mi evita di meditare su chi ho lasciato a Tokio,ma non ora. Sento che ce la posso fare a non pensare a quello. ~

Il mio sguardo vagò per la stanza affollata in cerca di qualcosa da attenzionare e analizzare,ma venni distratto da una sagoma che si muoveva proprio davanti la mia orbita. Era Shailene, seduta qualche banco avanti per concentrasi sulla lezione. Quella ragazza attirò il mio sguardo e così restai a fissarla.
I suoi lineamenti dolci, i suoi lunghissimi capelli ramati che quel giorno erano raccolti in una coda di cavallo , gli occhi azzurri-grigi attenti alla lavagna, il suo nasino alla francese, le labbra che mordicchiavano il tappo della penna.
~Suo padre è americano,sua madre francese.. Questo spiega il suo naso così insolito da questi parti.. Me lo disse un giorno in cui mi invitò da lei a pranzo insieme agli altri amici~ Mi ricordai.

Continuai a scrutarla e a notare ogni piccolo particolare.

Era seduta in perfetta posizione,con le spalle larghe e le gambe accavallate, la mano destra, che aveva allontanato dalla bocca, prendeva appunti, l’altra giocava con le ciocche dei suo capelli. La T-shirt che indossava era blu e le scopriva la spalla, i jeans stretti facevano notare il suo perfetto fisico da modella e le ballerine blu che era più alta delle solite ragazze di primo.
Ricordo che mi domandai come feci a non notarla per tutto quel tempo.
Poi si girò verso di me, vide che la stavo fissando, mi fece una linguaccia e dopo mi disse che non stava capendo niente e che il pomeriggio sarebbe venuta da me(come faceva spesso) affinchè glieli spiegassi meglio. Acconsentì. Mi piaceva averla in giro per casa, e anche a Natsumi.
Una volta finita la lezione,mi aspettò fuori dalla porta e poi ci avviammo verso la mia abitazione.

“Che avevi da fissare? Avevi una faccia da pesce lesso, avresti dovuto vederti” Disse ridendo.
“Sei bella” Le dissi con il massimo della tranquillità.

Con lei non avevo problemi a parlare di nulla, qualsiasi cosa mi passasse per la testa gliela esternavo liberamente,di solito scoppiava a ridere,ma mi piaceva sentirglielo fare.

“Ah grazie” Disse continuando a ridere. “Il ragazzo di ghiaccio mi ha fatto un complimento, che onore! E’ un giorno da segnare sul calendario” Riprese sghignazzando.
“Guarda che sono serio, sei davvero bella.. Mi domando perché tu non abbia un ragazzo” La incalzai.
“Perché non mi interessano. Ho 15 anni, voglio divertirmi, non impegnarmi.”
Restai in silenzio.
“Comunque anche tu fai strage di cuori a scuola. Un sacco di ragazze vengono da me per chiedere informazioni sul tuo conto.. Vorrebbero conoscerti.”
“E tu che rispondi?” Dissi impaurito.

Il fatto che altre ragazze potessero sentire qualcosa per me, mi terrorizzava. Sapevo che non avrei mai potuto ricambiare il sentimento.

“Che sei occupato” Rispose prontamente.

°Io non le ho accennato neanche minimamente di esserlo e lei non ha mai chiesto. Come faceva a saperlo?°
La guardai.

“Lo so,lo so che non è così,ma è l’unico modo per tenerle a bada! Sono impazzite!”

Risi. Lei mi seguì.
Continuammo la strada verso casa parlando del più e del meno; quando arrivammo,subito le spiegai quello per cui era venuta e lei, essendo molto intelligente, capì in poco tempo. Poi, come al solito, cominciò a spettegolare con mia sorella e io andai dal fisioterapista,con la quale Natsumi, dopo che glielo presentai, iniziò un periodo di frequentazione. Quando tornai, lei era ancora in casa mia, pronta per la cena. Appena mi vide mi chiese subito se per me fosse un problema che lei cenasse qui e io, ovviamente, le dissi che non lo era.

Suo padre è un pilota di linea, sua madre un’hostess; è così che si sono conosciuti i suoi genitori, mi spiegò una volta. Siccome entrambi non c’erano mai, tranne che per pochi brevi periodi, viveva con la nonna ottantanovenne, della quale doveva anche occuparsi quando la signora che lavoravi li prendeva le dovute ferie. Ovviamente i genitori le inviavano fior fior di soldi per il suo sostentamento, quindi per lei il denaro non era un problema. Per questo,spesso, comprava a me e a Natsumi pensierini, di solito vestiario, che sapeva benissimo avremmo indossato. Non lo faceva per carità, anche perché non eravamo così poveri da non poterci permettere dei vestiti nuovi,anzi, ma lo faceva solo per estremo altruismo. Tempo fa mi disse che i suoi genitori guadagnavano tantissimo e le inviavano fin troppi soldi per lei, sua nonna e per tutte le spese; così, si ritrovava sempre con tantissimo denaro in tasca di cui non sapeva che farsene. Decise ,quindi, di dividere quel che rimaneva: una parte la conservava per il college,l’altra per comprare cose a chi ne aveva bisogno. Non eravamo gli unici a cui faceva regali infatti. E, devo ammettere, che quello che comprava mi piaceva. Aveva un occhio finissimo per i vestiti e sapeva sempre ciò che sarebbe piaciuto indossare all’oggetto del suo regalo. Quella più contenta era Natsumi che riceveva ogni volta vestiti o scarpe costosissime e firmate che solo lei poteva permettersi. Il suo ultimo regalo per me fu un polo Ralph Lauren, per Natsumi un vestito di Valentino che avrebbe indossato per il ballo di fine anno alla quale saremmo andati tutti insieme.
La cena prosegui bene, chiacchierando e scherzando. Oramai era come se Shailene fosse un’altra figlia per mio padre e una sorella per me e Natsumi. Veniva spesso a casa nostra e io e lei passavamo la maggior parte del tempo insieme. Mi piaceva stare con lei, mi sentivo totalmente libero di fare e dire tutto ciò che volevo. Era un po’ come stare con Sa..
Interruppi i miei pensieri.
“Shai è tardi, è meglio che ti accompagni a casa” Le dissi,prendendola alla sprovvista.
“Si hai ragione, domani abbiamo scuola, sono li ultimi giorni, perciò dobbiamo dare il massimo!” Mi rispose.
“Ricordati di portare il progetto di chimica e che domani pranziamo in sala mensa” Dichiarò in seguito..
“Come al solito” Le ricordai.
“Con gli altri” Mi apostrofò. “E’ un ordine!” Aggiunse poi.
“Si signorina Taylor, agli ordini”
Lei rise.
“Non c’è bisogno che mi accompagni, è venuta Georgina a prendermi”
Georgina era la donna che lavorava per la nonna di Shai, era una signora molto dolce, sulla quarantina.
“Ok, buona notte. A domani”
“Notte Akito, notte Natsumi, notte Signor Hayama!” Disse saltellando.
Aprì la porta, poi si voltò.
“Anche stavolta non mi hai fatto vedere la tua stanza. E non dire era in disordine perché non ci credo più ormai.”
“Ciaoo Shai” Le dissi,spingendola fuori dalla porta.

Non ero a mio agio nel farle vedere la mia stanza,nè a lei nè a chiunque altro. Non volevo.E poi, non sono abituato a mostrare la mia stanza ad una ragazza. Anche in Giappone, nessuna l'ha mai vista. Nessuna.. eccetto una.

 
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