Ecco le mieeeee
"Ti odio Jacob Black"
"mi piace. l'odio è un emozione forte,passionale" (pag. 270)
"Eri come il sole. il mio sole personale. il rimedio migliore alle mie nuvole"
"con le nuvole posso farcela, ma non posso cavarmela contro un eclissi" (pag. 478)
Cercai un pò di lucidità, una maniera per parlare.
Lui rotolò con grazia e mi schiacciò contro l'erba fresca.
Oh, chi se ne importa! Esultò la parte meno nobile di me.
Avevo la testa piena della dolcezza del suo respiro.
No, no, no replicai a me stessa. Scossi la testa e la sua bocca si spostò sul mio collo, concedendomi di respirare.
"Basta, Edward. Aspetta". La mia voce era debole quanto la mia volontà.
"Perché?",sussurrò nell'incavo del mio collo.
Mi affannai per far suonare decisa la mia risposta. "Non voglio farlo ora"
"Ah, no?", domandò, nella voce un sorriso. Tornò a baciarmi e m'impedì di parlare. Sentivo il calore nelle vene e la pelle bruciare a contatto con la sua.
Cercai di concentrarmi. Mi occorse un grande sforzo per costringere le mani a liberarsi dai suoi capelli, a spostarsi sul suo petto. Ma ci riuscii. A quel punto feci forza per respingerlo via. Da sola non ci riuscii, ma lui reagì come mi aspettavo.
Si scostò di pochi centimetri per guardarmi, ma i suoi occhi non facevano niente per assecondare la mia decisione. Erano fuoco nero. Ardevano. "Perché?", chiese di nuovo, a voce bassa e ruvida. "Ti amo. Ti voglio. Adesso". (pag.493)
"Vuoi baciarmi, Jacob?".
Strabuzzò gli occhi, sorpreso, ma poi li socchiuse sospettoso. "Stai bluffando"
"Baciami, Jacob. Baciami, e ritorna".
Restò immobile nell'ombra, in guerra con se stesso. Fece per voltarsi verso ovest, il busto girato ma i pieni ben piantati dove stavano. Senza guardarmi, fece un passo indeciso verso di me, e poi un altro.
Inclinò il viso per osservarmi, dubbioso.
Restituii lo sguardo. Non avevo idea di che espressione avessi.
Jacob si dondolò sui talloni, poi si trascinò in avanti e coprì la distanza tra noi con tre grandi passi.
Sapevo che avrebbe approfittato della situazione. Me lo aspettavo. Restai immobile - gli occhi chiusi, i pugni stretti ai miei fanchi - mentre con le mani cercava il mio viso e le sue labbra trovarono le mie, con un'avidità che non era lontana dalla violenza.
Sentii la sua rabbia, quando con la bocca si accorse della mia resistenza passiva. Una mano si avvicinò alla mia nuca, l'altra mi afferrò brusca la spalla, mi scosse e mi avvinghiò a lui.
Poi proseguì sul mio braccio, mi cercò il polso e lo sollevò a circondargli le spalle. Lo lasciai dov'era, il pugno ancora stretto, senza sapere dove mi avrebbe condotta il desiderio disperato di salvargli la vita. Nel frattempo le sue labbra, di una morbidezza e di un calore straordinari, cercavano di scatenare la reazione delle mie.
Quando fu certo che non avrei lasciato cadere il braccio, mi liberò il polso e la sua mano si fece strada fino ai miei fanchi.
La mano infuocata trovò un lembo di pelle all'altezza della vita e mi costrinse ad avvicinarmi e inarcare il corpo contro il suo. (pag. 420)
Protetto dal satin nero, l'anello di Elizabeth Masen brillava alla luce fioca. Era un ovale allungato, coperto da file oblique di pietre tonde e luccicanti. La montatura era d'oro giallo, sottile e delicata. L'oro formava una rete finissima attorno ai diamanti. Non avevo mai visto nulla del genere.
Feci per prenderlo, ma le sue dita lunghe furono più veloci.
Mi prese la mano sinistra e infilò l'anello all'anulare. Mi sollevò la mano ed entrambi osservammo l'anello brillare al contrasto con la mia pelle. Portare un anello al dito non era orribile come temevo. (pag.369)
"Isabella Swan?". Mi guardò da dietro quelle ciglia incredibilmente lunghe, con i suoi occhi dorati, dolci e al tempo stesso ardenti. "Prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi vuoi sposare?".
Avrei voluto dire un sacco di cose, alcune niente affatto belle, altre vergognosamente sdolcinate e romantiche, che forse nemmeno nei suoi sogni mi aveva mai sentito dire. Eppure, invece di sentirmi in imbarazzo, sussurrai: "Sì".
"Grazie", rispose senza aggiungere altro. Poi mi prese la mano e le sue labbra sfiorarono la punta di ogni dito, prima di baciare l'anello che ormai era mio.