| °°°Pazza@Fra°°° |
| | CITAZIONE Capitolo Sesto.
La vigilia di Natale.
“C-cosa? Tu-tu conosci Sana?” Mi domandò il mio amico,stupefatto dalla mia rivelazione. “Si,la conosco. Molto bene.” Dissi con tranquillità. “Non può essere.” Affermò sbigottito. “E’ difficile da credere, ma è la verità.” “Tutto questo tempo a parlare di Sana, della sua vita. E tu non hai mai detto nulla. Non ti capisco. Perché? Perché tenerci nascosta una cosa del genere? Ci conosci da Marzo e non hai mai detto nulla su di te! Perché? Prima ci nascondi la causa della tua mano mal funzionante e ora questo. E lo dici con tanta serenità. Sostieni che io sia il tuo migliore amico. Non pensi avrei dovuto saperlo? Shay lo sa?”
Il suo tono non era più impressionato.. Più che altro direi.. Arrabbiato. Sembrava arrabbiato con me per avergli nascosto la verità. Mi faceva male il pensiero che Nate avesse potuto avercela con me.
“Punto primo: Non ho mai detto nulla sulla mia mano o sulla mia vita perché voi non avete mai chiesto. Punto secondo: Se dico che sei il mio migliore amico, lo penso davvero. ”
Pronunciando quelle tre parole, sentì che c’era qualcosa che non andava. Come se stessi dimenticando qualcosa..o qualcuno. Mi sforzai di capire cosa ci fosse di sbagliato nel dire “mio migliore amico”,ma senza risultati; fin quando nella mia mente si focalizzò un volto. Un ragazzo di 15 anni circa, dai capelli castani, gli occhi color nocciola e un paio di occhiali con le lenti rotonde. Tsuyoshy. Mi ero dimenticato di lui. Da quell’ultima telefonata un anno e mezzo fa, smisi di chiamarlo e ogni volta che lo faceva lui o non rispondevo o rispondeva mio padre che gli diceva che non ero in casa. Decisi che appena sarei rientrato, l’avrei chiamato. Tornai alla discussione con Nate, tralasciando tutti i miei pensieri. “Tu sei il mio migliore amico qui a Los Angeles.” Puntualizzai. “Punto terzo: Shay non lo sa e non lo deve sapere così. Non da te.” Lo guardai. “Non abbiamo mai chiesto perché abbiamo sempre aspettato che fossi tu ad aprirti con noi. Akito ti ho raccontato tutta la mia vita, tu sai tutto di me!” Il suo tono era sempre più acceso. “E tu cominci a sapere tutto di me. Ci sono tantissime cose che non sapete, che mi tengo dentro. Ho avuto bisogno di tempo; forse ci ho messo troppo.. ma ora sono qui.. e voglio raccontare tutto quello che c’è da raccontare,se vi interessa.” Mi guardò e annuì. “Allora.. come hai conosciuto Sana?” Gli raccontai tutto. Da quando eravamo due bambini che si facevano la guerra alle elementari, a quando diventammo amici.. a quando diventammo più che amici. Gli raccontai di Naozumi. Di Fuka. Di sua madre. Di mia madre. Della mia famiglia. Gli raccontai perché ci misi così tanto a lasciarmi andare ai ricordi. Gli confidai che non raccontare loro la mia vita a Tokio non era per non farmi conoscere,ma per cercare un distacco da quello che mi faceva soffrire . Gli raccontai tutto e lui fu lieto di ascoltarmi.
“Wow, quante cose hai vissuto Aki” Mi disse. Non era più arrabbiato con me. Ora era.. felice. “E chi se l’aspettava che il mio amico Akito stesse con una star famosa!” Ora ci giocava su. “Ora che mi hai raccontato tutto.. mi sento molto più vicino a te.” Mi confidò. “Nate.. non dire una parola su quello che ti ho detto. Neanche ad Emma. Devo prima parlarne con Shay. Poi ne parlerò con gli altri.” “Ok.. hai intenzione di raccontare anche la parte di tua madre?” “No. Quello solo a Shay.. agli altri solo se me lo chiederanno. Faccio fatica a parlarne.” “Si capisco. Andiamo altrimenti ci danno per dispersi.” Ci incamminammo verso la panchina dove erano seduti i nostri amici. Durante il breve tragitto, io e Nate parlammo di tutt’altro che della mia vita. Mi sentivo un po’ più leggero. “Quanto tempo ci avete messo?! Cominciavamo a pensare che vi avessero rapiti!” Ci rimproverò Emma. “Abbiamo perso tempo a guardare la partita. Tenete i gelati.”Disse Nate.
Passammo il resto della serata su quella panchina a parlare del più e del meno, ridendo e prendendo in giro Nicole. Era la cosa che io e Josh amavamo di più fare. Shay rimase tutta la serata in silenzio; anche quando un ragazzo si fermò davanti a lei e le chiese se facesse la modella, un modo come un altro per fare colpo, lei restò immobile. Lo liquidò con la sua solita gentilezza e poi tornò nel suo silenzio quotidiano ormai. Se fosse capitato tempo fa, avrebbe cominciato a ridere e probabilmente avrebbe preso in giro il ragazzo dicendogli che era la modella under 17 più pagata del mondo. Ora, invece, era lì. Immobile, come paralizzata, con la testa chinata, i capelli ramati che le coprivano il viso, la mano sinistra che ogni tanto ne portava una ciocca dietro l’orecchio. Non era Shay. E non capivo che le fosse successo. Tornato a casa, non mantenni la promessa: chiamai Tsuy il giorno dopo . “Pronto?” Rispose sua madre con tono assopito. “Signora buonasera! Sono Akito, come sta?” “Akito ciaoo! Tutto bene! A te, come va?” “Molto bene grazie.. Disturbo?” “No, non ti preoccupare.. Ti chiamo Tsuy. Mi ha fatto piacere parlare con te!” “Grazie signora, anche a me!” “Akito?” La voce di Tsuy era diventata più grave.. più da uomo. “Si sono io! Come stai?” Gli dissi con insolita allegria. “Bene tu?” Mi rispose freddo. “Bene.. C’è qualcosa che non va Tsuyoshy?” “E lo domandi?! Non ti fai sentire da un anno e mezzo e tutte le volte che chiamavo io, tuo padre mi diceva che non eri in casa e mi prometteva che avresti richiamato. Ho aspettato per mesi che lo facessi. Poi ho smesso di sperare che arrivasse la telefonata del mio migliore amico e ho smesso di chiamarlo. Non ho tue notizie da un anno e mezzo! Neanche Sana sa niente di te!Sei scomparso! Ho creduto che mi avessi dimenticato..e l’ha creduto anche Sana! Ci hai feriti Akito! E ora chiami, nel bel mezzo della notte, chiedendomi se c’è qualcosa che non va come se non fosse successo nulla? ”
Il fuso orario. Ho dimenticato il fuso orario. E la mamma di Tsuy è stata così gentile da non dirmi che era notte fonda solo per permettermi di parlare con suo figlio.
“Scusami. Hai ragione. Non posso dire nient’altro che scusa. Mi dispiace, davvero. Sono scomparso. Ma non ti ho dimenticato. Non ho dimenticato Sana. Non parlare con voi mi faceva sentire meglio. Ma ho sbagliato. Ora che sento la tua voce, mi sento a casa. Scusa.”
Lui all’altro capo del telefono, piangeva. Lo conoscevo troppo bene.
“Allora Akito.. Quante cose sono successe in quest’anno e mezzo? Qui ne sono successe tantissime! Il mio amico mi aveva già perdonato. Parlammo per più di un’ora e per me su una chiacchierata ristoratrice. Mi diede la forza per andare avanti.
...Tempo dopo...
"Natsumi, mi passi il sale per favore?” Domandai a mia sorella, seduta davanti a me. La guardai, ma il mio sguardo venne catturato dal calendario posto proprio dietro di lei. In cucina. ~Domani è il 24 Dicembre. La vigilia di Natale. Il compleanno di Fuka.Il compleanno di mezzo.~ Smisi di fissare il calendario della cucina e ripresi a mangiare. “Che fa Shay domani?” mi domandò Natsumi. “Niente. E’ con la nonna.” “E se la invitassimo qui?Lei e la sua nonnina. E’ una donna così simpatica! Almeno non lo passeranno sole.. Che ne pensi? E tu papà? “E’ una splendida idea!” Esclamò mio padre. “Va bene” Acconsentì con poco entusiasmo. “E invitiamo anche i tuoi amici! Nate, Emma, Nicole Josh! E i loro genitori se vogliono!” Aggiunse mia sorella. “E dove la mettiamo tutta questa gente?” La rimproverai io. “Ci stringiamo! Natale è una volta all’anno, non dovremmo passarlo solo noi tre! Più siamo meglio è! E ho invitato anche Seth.” Mi rispose con aria sognante. Seth era il mio fisioterapista, nonché il suo fidanzato. Guardai mio padre in cerca di aiuto, ma lui era più felice di Natsumi,se era possibile. Dovetti arrendermi. Avevano vinto loro. Finito il pranzo chiamai tutti i miei amici per invitarli a casa mia il giorno dopo. Tutti acconsentirono entusiasti. In quel momento capì per chi erano quei regali in più sotto l’albero. Natsumi ci aveva già pensato e sapeva avrei detto di si. Ora che ci penso, anch’io dovrei comprare qualcosa. Ma cosa? Cosa potrebbe piacere a Shay?E agli altri? Entrai nel panico,così decisi di richiamare Emma per un consiglio. Mi disse che Shay in quel periodo non faceva che chiedere un cappellino alla francese e che il suo colore preferito era il blu acceso. Mi disse ciò che dovevo comprarle praticamente. Andai in centro,ai grandi magazzini, e le comprai un cappello come lo avrebbe voluto lei. Pensai che anche a Fuka sarebbe piaciuto moltissimo. Era il suo stile e il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno. Così ne comperai un altro,uguale in tutto eccetto il destinatario. Vagavo per il centro commerciale, con il portafogli pieno dei miei risparmi. Mi fermai davanti una vetrina, c’era un orsacchiotto carinissimo che teneva per mano un orsacchiotto più piccolo. Vidi me e Sana in quei pupazzi. Entrai e la tentazione di comprarlo mi travolse. Comprai anche un CD di un cantante che Tsuy amava, io non sapevo neanche chi fosse, ma lui ne andava matto. A Nate comprai un portafogli, lui non ne aveva e ogni volta lasciava i suoi soldi o nella borsa di Emma o li dimenticava nella tasca dei jeans che poi sua madre lavava. Non sopportavo che trattasse così i soldi che i suoi genitori faticavano per dargli. Ad Emma comprai l’ultimo libro della sua saga preferita e a Josh dei guanti. Si lamentava sempre che gli ghiacciavano le mani in inverno. Per Nicole decisi di farle qualcosa di speciale che sicuramente avrebbe apprezzato. Ma ci voleva del tempo. Chiamai Naozumi. “Akito, sei tu?” Rispose,con quell’accento che mi sembrava così estraneo ormai. “Si sono io Nao, come stai?” Gli domandai, in quella lingua che parlavo così poco ormai. Mi rispose con la sua solita snervante gentilezza. Gli spiegai la situazione: gli dissi che avevo incontrato una sua fan sfegatata e che per Natale volevo coronare il suo sogno. Lui mi capì al volo e mi chiese cosa poteva fare. Amava rendere felici i suoi fan più di ogni altra cosa al mondo. Gli dissi che bastava solo che domani sera chiamasse e parlasse un po’ con lei, ma non era un buona idea. Lei non sapeva nemmeno che lo conoscessi, come avrei fatto a spiegarle come e perché stesse chiamando a casa mia? Poi pensai che invece era un modo carino per annunciare a tutti che conoscevo Naozumi Kamura e che ero fidanzato con Sana Kurata. Dopo aver parlato con Shay, era ovvio. Nao accettò subito, ma volle fare di più. Entro la sera mi inviò per e-mail un video in cui lui e gli altri attori del film “Quasi Fratelli”,tranne Sana, ci facevano gli auguri di Natale e per posta il DVD originale di “Quasi Fratelli” con tutti i retroscena più divertenti autografato da lui. Peccato che arrivò con qualche giorno di ritardo..
Il giorno successivo, verso le 17:00 cominciarono ad arrivare gli invitati. Tutti erano felicissimi di passare la vigilia di Natale insieme; l’albero era circondato da regali, il tavolo era pieno di pietanze, dolci, primi, secondi; mia sorella aveva messo alla radio un CD con tutte le canzoni di Natale, fuori nevicava, le luci di tutte le case erano accese. C’era un atmosfera magica. Avrei voluto condividerla anche con gli altri amici. Quelli di Tokio. A proposito degli altri amici. Feci un giro veloce di chiamate per augurare a tutti un buon Natale. Chiamai Tsuy, Aya,Hisae e anche Fuka. Erano tutti contenti di sentirmi. Mi intrattenni un po’ di più con Fuka,alla quale feci gli auguri anche di un buon compleanno. Alla notizia che le avevo comprato un regalo, scoppiò a ridere. Mi disse che non se l’aspettava proprio, ma che le faceva piacere e che voleva averlo al più presto. La informai che il suo regalo, quello per Tsuy e quello per Sana erano già stati inviati e che sarebbero arrivati a giorni. Mi sorprendeva come ognuno stesse passando la vigilia di Natale con la propria famiglia e non tutti insieme. Come facevamo di solito. Finite le chiamate, tornai in cucina per iniziare la cena. Ci divertimmo un sacco. Giocammo a carte tutti insieme, raccontammo barzellette. Sembravamo un’unica grande famiglia. Il momento dei regali fu commovente. Tutti mi avevano comperato qualcosa. Fu la prima volta che ricevetti così tanti regali insieme. Quella sera ritrovai dopo tanto tempo, la mia amica Shay. Era la solita ragazzina tutto pepe, sorridente e divertente che non vedevo da un pezzo. Anche stavolta per i regali non si risparmiò di certo. Comprò cose meravigliose a tutti. E fu una gioia, per me, vedere come il suo viso si illuminò quando vide varcare la soglia di casa mia, i suoi genitori. Non li vedeva da mesi e avevano deciso di farle una sorpresa. Inutile dire che tutta la sua bellezza, Shay,l’avesse presa dalla madre. In un momento di apparente calma, quando tutti stavano prendendo il dolce, mi avviai in cucina per controllare che il forno fosse spento(Natsumi aveva il vizio di lasciarlo acceso). Appena mi voltai per tornare in camera di papà, adibita a saloncino-zona cena(la sua camera era la più grande di tutte) mi ritrovai Shay davanti agli occhi, a un palmo da me. “Ti vedo allegro.” Mi disse sorridendo. “Ma i tuoi occhi mi dicono altro. Ti conosco. Sono degli occhi tristi, come se volessi qualcun altro qui con te, stasera. Dimmi il motivo, dimmi che ti passa per la testa. Sostieni che io sia importante per te, ma non parli mai di te. Non mi dici mai cosa pensi quando stai in silenzio, non mi hai raccontato nulla di te. Voglio saperlo. Non mi sento così tanto amica tua. Mi sembra un’amicizia a senso unico. Tu ci sei per me, ma io non ci sono per te perché mi escludi e mi tieni fuori dalla tua vita e dai tuoi pensieri.” Aggiunse poi. “E’ per questo che sei stata fredda e distaccata in questo periodo?” Girai l’attenzione su di lei, come facevo la maggior parte delle volte che mi chiedeva di raccontarle qualcosa. “Anche per questo. Ma c’è un’altra cosa che mi turba.” Disse, abbassando la testa. “Cosa?” Le domandai incuriosito. “Guardala.” Indicò sua nonna. “E’ vecchia.” “E cosa c’è che non va nell’essere vecchi?” La interrogai. “Akito.. mia nonna sta morendo. Ti ricordi quando dovevo venire a cenare qui, ma all’ultimo momento ti diedi buca? Mia nonna è stata male quella sera. La mia adorata nonna, sta morendo. I medici non le danno ancora molto da vivere. Hanno detto ‘tua nonna ha vissuto a lungo,e i suoi giorni stanno terminando.’Con quanta freddezza me l’hanno comunicato. Avrei voluto urlare contro quel medico che era un modo disumano per dire ad una ragazzina di 15 anni che sua nonna, l’unica persona che le era accanto, stava morendo. Ma poi mi sono resa conto che è il loro lavoro. E non possono farci nulla. Mia nonna è malata.. ed è vecchia. Si meravigliano che con tutto quello che ha passato, sia ancora viva. Da piccola ha avuto un cancro, sai? E ne è uscita a testa alta. Ha affrontato con forza e determinazione la kemio e alla fine ha vinto sulla sua malattia. All’età di 23 anni, dopo aver partorito mio padre, il cancro si è ripresentato. Ancora una volta,lei ha avuto la meglio su quella belva. Ebbe altri 3 figli dopo mio padre. Tutto sembrava andare per il verso giusto, lei stava sempre meglio, i capelli erano ricresciuti. Stava bene. All’età di 59 anni, di nuovo. Quella malattia si è di nuovo impossessata di mia nonna. Ha affrontato altre sedute di kemioterapia e ancora una volta è riuscita ad uscirne viva. Ora, ad ottantanove anni, una nuova metastasi si è formata ed è troppo vecchia per affrontare la Kemio. I dottori mi hanno detto che sarebbe inutile e costoso far intraprendere una terapia così pesante ad una vecchietta che ,in tutti i casi, sarebbe morta in pochi anni.” Singhiozzava. “E’ una donna forte. Il dottore che la segue mi ha detto che non sa come sia potuto succedere che si sia ammalata quattro volte della stessa malattia .Ma ora.. non ce la fa più. Non riesco ad immaginare la mia vita senza di lei! Cosa farò quando lei se ne andrà e io rimarrò qui? Te la immagini una bambina di 11 anni affrontare una malattia come quella? Te la immagini una bambina di 11 anni fare la kemio? Una bimba di 11 anni senza capelli! Una ragazza di 23 anni senza capelli! Ma è’ una donna forte! Lei non si è mai vergognata di nulla, ma ha sempre mostrato al mondo il suo sorriso, nascondendo ciò che la turbava. Anche adesso. Guardandola, l’avresti immaginato? Che sta morendo intendo. Io no. Vedo una vecchia allegra, che ride e prende la vita come viene. Così ho deciso di fare come lei. Se ne andrà, molto prima di quello che ci aspettavamo, ma voglio che fino all’ultimo giorno della sua vita, mi veda sorridere. Voglio che l’ultima cosa che vedrà, prima che il suo cuore cesserà di battere, sia il mio sorriso. Solo dopo mi lascerò abbattere e piangerò. Solo dopo. In modo che non possa vedermi.” Aveva smesso di piangere. Solo una lacrima le rigò il viso. La asciugò con un gesto secco della mano. Mi guardò negli occhi e sorrise. “Sono forte!” Cercò di convincermi.. o di convincere se stessa. “Comunque.. Dai raccontami perché i tuoi occhi sono tristi. Dove vorresti essere ora? Con chi?” Stava ridendo. Era incredibile come riuscì a cambiare umore da un momento all’altro. Non era lunatica. Era forte. Si faceva forte. La presi per mano. “Vieni, ti faccio vedere una cosa.” La portai verso la mia camera,intravidi la sguardo di Nate che ci seguiva e faceva "si" con la testa. Gli sorrisi. “Questa è la porta di camera tua, che vuoi fare? Non mi è permesso entrare qui, ricordi?” Lasciai perdere ciò che diceva. Aprì la porta e accesi la luce. Lei si guardò intorno. “Cos’è? Questa stanza sembra.. una stanza di preghiera. Perché ci sono così tante foto di Sana Kurata appese su quella bacheca? Cos’è? Tutt’un tratto ti è venuta voglia di essere fan di Sana?” Comiciò a prendermi in giro. Osservò quelle foto minuziosamente. “Perché in quasi tutte le foto ci sei anche tu? L’hai incontrata?”Mi domandò. “Ci sono sempre gli stessi ragazzi però. E avete sempre abiti diversi, quindi non è una sola giornata. La conosci?” Mi guardò stupefatta. “Dai tempi delle elementari.” Le dissi sorridendo. “Siete amici?” “Si.. bhe.. direi.. più che semplici amici.” I suoi occhi stavano per andare fuori dalle orbite, talmente tanta era la sorpresa. La bocca spalancata per lo stupore. “Tu.. sei.. fidanzato con Sana Kurata?” Mi domandò a fatica. “Si. Sana è la mia ragazza.” Affermai.guardandola in faccia.Questo capitolo è un pò lungo.. ma mi sono lasciata prendere la mano.. scusate >.< Spero vi piaccia
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